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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   struendosi la via Valerla le venne aiiclie dato per meta, come dicemmo, Atri; segno sicuro di grande considerazione che certamente non può vantare l'Adria transpadana.
   Almeno saremo ritratti dal vero da' pubblicisti e geografi della capitale! Oibò: usano costoro di scrivere opere su i rapporti di provinciali, o copiandosi l'nn l'altro. Solo il dotto Galanti ci visitò, ma il tomo che doveva contenere la geografia degli Apruzzi non vide mai la luce, per quel ch'io sappia. L'Intinerario del regno, pubblicato dal sig. Quattromani, dice della nostra provincia che « quivi le ri-« sorse sono minori di quelle che hanno le altre pel suolo « ingrato, e solo nelle vicinanze del Trento, ad esempio delle « vicine marche, si veggono piantagioni di ulivi sulle falde « de' monti rivolti al mare! ma da Pescava al Trento tutto « è quasi palude mal sana! che forza gli abitati ad andare « nello stato limitrofo per impiegar l'opera loro senza pe-« ricolo! » Lo stesso Itinerario asserisce che la strada regia da Pescara al Tronto rade il lato occidentale della provincia e che al suo termine stia Civitella del Tronto! Nessun motto di Teramo, neanche nella tavola delle distanze, e nomando Melchiorre Delfico lo dice di Chieti. Ma vaglia per tutti il tratto inserito negli Annali civili (maggio e giugno 1843) un'analisi cioè delle opere del eh. Ab. Monticeli!, compilato dall'eruditissimo cavaliere Quaranta. Trattandosi della economia delle acque vi si dice che « non vi è fiume o torrente « che non fornii lago o palude, e che nelle coste degli A-« pi-uzzi le sole vicinanze di Vasto e Giuliauova non risen-« tono i potenti effetti delle paludi che ingombrano quel « lungo litorale fino al Tronto.... Né le pianure sono più « felici delle coste. Quelle del teramano e della Pescara sono « piene di acque stagnanti ed hanno luoghi micidiali!... « Interaniuia e moltissime altre città (la più parte ora de-« serte) godevano nei tempi antichi tanta salubrità d'aria, « quanta ora ne desiderano! ».
   Tutto falso non essendovi, almeno nella nostra provincia, in trenta miglia di spiaggia da Pescara al Tronto, che due bassi fondi di pochi moggi resi melmosi da acque sorgenti, non da impaludamento dei fiumi: la prima ad un mi-

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