Stai consultando: 'Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850) ', Giovanni Palma (a cura di)

   

Pagina (618/626)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (618/626)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   568 ÒPERE COMPLETE
   opinare che incontrasi in ogni verso di sì prezioso libro. Saremo perciò contenti riportarne qualche brano della con-chiusione, per saggio dell'opera. « Lasciando le econorniche « utopie, aborrendo i paragoni, riconosco che la nostra Pro-« vincia migliora il suo stato in tutti i rami di agricoltura, « e specialmente nella piantagione di alberi fruttiferi; ma « trovasi in urgente bisogno di moltiplicare quelli da legno: « che la pastorizia siasi aumentata ed ingentilita, perché « fatta compagna ed amica della coltivazione, da nemica e « rivale che era ne' tempi passati: che una maggior pro-« sperità di queste due sorelle può sperarsi se cresceranno « consumatori utili, quelli cioè che producendo valori effet-« tivi colle arti, potessero commutarli con campestri pro-« dotti: che nell'introdurre nuove manifatture dobbiamo « preferire le dozzinali e di uso comune: che le nostre solo « sono contrariate non dalla mancanza di capitali, di ta-« lenti, di attività, di non so quali altri mezzi creduti ne-« cessar! da' letterati e non pratici osservatori; bensì dalla « concorrenza di opere forestiere.... Persuadiamoci inoltre, « che le arti, sieno belle, necessarie e di lusso si mettono « in armonia colle ricerche non solo riguardo alla quantità « ma anche in rapporto alla qualità: che qualunque rnaui-« fattura sebbene siasi ingrandita all'estensione, ha comin-
   « ciato dal provvedere il proprio paese.....opino ancora che
   « in questo mondo tutto è proporzione. Quindi se la ric-« chezza di una nazione è dieci volte maggiore di quella « di un'altra, bisogna che dieci volte più raffinate e magni-« fiche sieno le opere della prima. Sciocco perciò, ed in-« sulso sarebbe il disprezzare la seconda perché non fé' « altrettanto; se questa nella sua povertà di quelle lussuose « opere volesse adornarsi a spese dell' utile proprio, o a « scialacquo de' suoi capitali ». Basti questo poco per far nascere il desiderio di acquistare e studiare sì pregevole scrittura.
   B. BURINI
   (Dal « Giornale Abruzzese » N, XLII, giugno 1840 p. 167)

Scarica