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del suolo , e la piccolezza de' procioni , unita alla scarsezza do' nostri mezzi , li rendono impossibili , almeno per molto tempo avvenire. Pensiamo a cose fattibili , cioè a strade di dolce pendìo , combinando 1' economia colla solidità , e rigettando le idee d' intempestiva grandiosità, le quali più di un'opera pubblica lian fatta abortire; fermi nell'idea che l'ottimo è il più gran nemico del buono. Mi si permettano alcune riflessioni sulle strade finora costruite , e quindi dirò il mio parere sulle più utili da intraprendersi , e sui n^czzi per eseguirle.
Strada Regia da Pescara al Tronto.
Al dir di un viaggiatore è questa una delle più belle di Europa. In 3o miglia di lunghezza non ha che un piccolo rialto al capo di Cerrano , solo silo ove il mare non ha spiaggia. Si supera con dolce pendenza , che sarebbe stata insensibile , ove dalla parte settentrionale avesse voluto farsi un riempimento tagliando il greppo soprastante , e si fosse costruito un ponte di palmi 16 in vece di una tromba. Il gran difetto però di questa stada è di non incontrare dalla sua entrata nel Regno fino a Pescara alcun paese , essendosi voluto evitar Giulia a forza di rappresentare impossibile il passaggio per essa. Io qui cerco scusa se mi inetto a considerar le opere di sommi maestri, i quali avrebbero drillo di dirmi ne ultra ere-