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Osservazioni sulla prosperità della provincia del primo Abruzzo Ulteriore


Tipografia Angeletti Teramo, 1837, pagine 142

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   è de' proprietari , a molti de' quali un pezzo di trifoglio sembra un terreno perduto , e taluno giunge alla sevizia di farsi compensare in generi del terreno seminalo dal colono a foraggi pegli animali della masseria , sui quali lia anche la metà del profitto. Nei villaggi di montagna si raccoglie sulle vette un fieno naturale di squisita finezza , il quale serbasi per 1' inverno ad uso degli animali glossi clic vi rimangono.
   Ulivi.
   Ho detto che sono in Napoli de' letterati i quali ignorano perfettamente che la nostra provincia abbia ulivi. Apruzzo e Svizzera sono ivi per molti1 cose simili , forse perchè non sono penetrati' giammai al di qua degli Appe-riini , ove giacciono le due provincie di Chicli c Teramo. Ed uno di essi asserisce , come ho notalo in principio , che ad esempio de' Marchigiani se n' erano piantati alcuni sul confine; mentre il fatto è precisamente il contrario. Da secoli noi abbiamo dato olio allo stato Romano , ed ora stiamo dando i piantoni di ulivo , da che quel Governo ha da febbrajo i83G pressoché proibita 1' introduzione dell' olio , ed ha seriamente promossa la piantagione dell' albero di Minerva , accordando un premio per ogni nuova pianta. Questo incoraggiamento ha prodotta grande ricerca di arboscelli , che noi abbiamo fornito dalle nostre piantonaie , ed