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Osservazioni sulla prosperità della provincia del primo Abruzzo Ulteriore


Tipografia Angeletti Teramo, 1837, pagine 142

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   primo soffre più la potagione a qualunque altezza , poco dirama le radici , non ismunge il terreno , c meno ombra rende col suo raro fogliame. La vite fa uva di miglior qualità quando è tenuta bassa , e tanto più imperfetta quanto più vien innalzata , come nell' agro Aversano, ove rampicando su per alti pioppi , non ostante il dolce clima ed il fertile terreno, produce 1' asprino. Nelle vicine Marche gli oppi , piantati in file a riquadro, si fanno crescere da io a i5 palmi. Presso noi si tengono all' altezza di uomo disposti in filoni paralleli distanti 20 a 3o palmi. Ne' paesi limitrofi s' imita in parte il costume dei vicini. È legge di consuetudine che nei filoni ogni arboscello disti dall'altro palmi 12. Nelle parti marittime si pongono quattro viti nell' intervallo , sostenute da canne. Vi è poi il pessimo costume di piantare in questi spazi frutti di ogni specie. Or questi aduggiando coli' ombra e colle radici le vili vicine , sono incomodati dai tralci di esse , che sui rami si avviticchiano, I diligenti possessori hanno proscritto que-sl' uso , successivamente svellendo gli alberi da frutta nei filoni , e riproducendoli in separali fluiteti.
   Le vigne erano una volta ben poche , e ristrette ne' contorni dell' abitato. Proibita la semina de' risi , che attraeva moltissime braccia , aboliti i barbarici Stucchi, si cominciò a piantar da per lutto, uè solo nelle colline, ma nelle pianure, ancora a danno de' cercali , cui