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Osservazioni sulla prosperità della provincia del primo Abruzzo Ulteriore


Tipografia Angeletti Teramo, 1837, pagine 142

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   la natura avea queste riserbate , e si è giunto all' eccesso. Il vino quindi è disceso ad uu prezzo vilissimo , senza speranza di estrazione , se si eccettua una poco considerevole parte che si manda ncll' Aquilano. Il piccolo traffico fa-cevasi prima per le gole di Tottea con muli , ma compiuta la strada da Aquila per Popoli a Pescara , sono colà spediti i vini delle intere valli della Pescara e di Solmona sui carretti. Se in ciò lia perduto lo spaccio il distretto di Teramo , ve lo La guadagnato in parte quello di Penne , particolarmente i circondari di Torre di Passeri e di Città S. Angelo.
   Lo sperare che i nostri vini possano esportarsi a qualunque porto di Europa è un sogno , per quanto buoni si facessero. Nello slato Romano sono assolutamente vietati. Trieste potrebbe accoglierli , ma porto fianco per tult' i generi , ha un forte dazio sul vino , maggiore dell' intrinseco valore , da che i:c' suoi contorni si piantano vigne , e si vuole favorire il vino della Dalmazia Austriaca. GÌ' Inglesi non possono mai preferire il nostro vino a quello del Capo già loro, del Portogallo che prendono a con'o dell' immenso Jor credilo , ed ai vini di Francia che ora ammettono in fòrza di recenti stipulazioni. Non ci resta dunque che. bere allegramente il nostro vino , (he se non è squisito è però salubre ed esente da ogni artificio , o adulterazione. Consoliamoci in vedere il più povero artigiano , il più meschino villano , lo stesso mendico nudi ito di pane , e ri-