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Osservazioni sulla prosperità della provincia del primo Abruzzo Ulteriore


Tipografia Angeletti Teramo, 1837, pagine 142

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   no introducendo uve delicate , come la Malvagia di Candia , il Tokai , la Balsamina ed altre. Anche la Società agraria ha fatto nel suo orto due viali di uve pregevoli.
   Generalmente però nella piantagione de' vitigni si antepongono i più feraci di grossi grappoli , perchè più della delicatezza si cerca la quantità. Si preferisce a tutti il Montonico, perchè dà frutto maggiore , brava i geli tardivi , che sogliono danneggiare le gemme delle altre varietà , tutte più precoci , e le nebbie di Giugno che fanno spiovere gli acini di queste , e poco nuocciono al primo. La stessa ragione di volersi più I' abbondanza che la buona qualità ha sbandita quella potagione a corto , che tanto contribuiva alla dolcezza dell' uva, e quindi alla forza e durata de' vini. I semi dell' uva si raccolgono in parte , e si danno ai colombi : piccola quantità si macina in Controguerra ,• ove solamente esiste una macchina adattata. Il resto delle vinacce si usa per concime , e qualche poco se ne brucia nei forni.
   Frutti diversi.
   Vastissima è la cultura delle finita di ogni genere tutte consumate in provincia, tranne poca quantità che si manda nell' Aquilano , od in Ascoli, quando quelle dogane non V impediscono. Le mele e pere d' inverno , serbate intere o divise e secche , sono una delle migliori risoise dei coltivatori della parte medÌ3.