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Osservazioni sulla prosperità della provincia del primo Abruzzo Ulteriore


Tipografia Angeletti Teramo, 1837, pagine 142

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   92 .
   I fichi ili Cellino , di S. Omero , di Bollante seccati al sole sono eguali ai fichi di Calabria. Stimansi d' inferiore qualità quelli seccali al forno in quasi tutti i paesi , perchè vi acquistano un certo odore di fuoco. Qualche volta so n' è fatta piccola estrazione. Vanno soggetti a mancare negli autunni piovosi, e riescono di cattivo gusto. Le mandorle si moltiplicano , ma non bastano al consumo , e ne vengono da Aquila. Le noci van diminuendo tagliandosi le vecchie per macchine e per mobilie , e poche se ne ripiantano. Consiglio i possidenti a farne de' semenzai , e ripiantarle adulte intorno ai prati , o in terre sciolte e brecciose. E questo 1' albero da legno c da finito , il cui valore è il massimo fra tutti gl' indigeni , ed aumenta ogni giorno.
   L' innesto , tanto necessario ai frutti gentili , era poco usato 3o anni addietro : ma ora è comune , e tutti i comodi cittadini si procurano le più scelte specie per loro uso , facendo vendere ai mercati lo antiche triviali. Chi da queste volesse giudicare , mal si apporrebbe sulla qualità delle nostre frutta.
   Siepi.
   Il Gran Duca Leopoldo impose una penale a chi 1100 cingesse di riparo i propri iòndi. Presso noi nelle contrade soggette a stucchi si puniva chi lo avesse fatto. Or senza siepe non yi può esser vigna , orlo o altra pregevole