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Osservazioni sulla prosperità della provincia del primo Abruzzo Ulteriore


Tipografia Angeletti Teramo, 1837, pagine 142

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   cultura , a tutte giovando per riparo da venti , da uomini e da bruti. Nei contorni de' nostri paesi le siepi sono antichissime , ed oggi se ne pongono ovunque imprendasi una piantagione. Una volta vi si univano confusamente arbusti di ogni specie frammisti con olmi. Oggi si preferisce di farle interamente di bianco-spino ( Crataegus monogenia ) con piantine radicate , tratte da semenzai delle Marche , ed in parte da quelli introdotti fra noi. Queste dopo due anni si tagliano fra le due terre onde averne più getti , che in seguito , piegandosi diagonalmente , s' intrecciano in modo da formare una siepe impenetrabile , durevole , e che tosandosi ogni due anni dà fascine ed una gaja veduta. Le rozze antiche fratte sono utili per la quantità di alberi da legno , particolarmente di querce , che nascono e crescono all' ombra della loro protezione. Bello il vedere nei dintorni de' luoghi abitati , ai fianchi delle strade è ne' limiti dei fondi , file di querce e di olmi ad alto fusto, e qualcuno a capitozzo , sorli in mezzo alle siepi , e che formano 1' unico legname di tali contrade per lavoro e per fuoco.
   Da tutto ciò chi non rileva 1' utilità delle siepi ? IT. non si manca di piantarne : manca bensì il modo di educarle , non perchè sieuo negligenti i proprietari a coltivarle , ma per le continue devastazioni de' foraggiatori di legne. Escono costoro d' inverno a truppe di donne c fanciulli col proposito di riportar fascine. Non lirtn coraggio di salir sulle querce , sentono ri-