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Osservazioni sulla prosperità della provincia del primo Abruzzo Ulteriore


Tipografia Angeletti Teramo, 1837, pagine 142

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   in abbondanza da quel pezzo di bosco , die a lui dava un inutile rezzo. Cèrtamente il bene generale esige che-le selve rimaste si • conservino a qualunque costò; nlà non si pretenda che il povero montanaro debba privarsi di una risorsa pronta e sicura ; e faccia a sué spese il vantaggio della società. Si procuri di dare un valore a quegli ammassi di vegetabili ': si faccia conoscere col fatto che un moggio piantalo di alberi da legho , con arte diradalo e con metodica regolarità taglialo , rende più che ridotto seminalorio. E ciò unicamente può farsi colla costruzione della strada da Teramo a Tottea ed a Pizzoli, da me indicala nel Art. II. cui col tempo le varie popolazioni aggiungerebbero delle traverse , guidanti a ciascun villaggio. Allora e solo allora tutto il legname , lavorato a travi , tavole , utensili e carbone sarebbe con facililà trasportato a Teramo ed ai paesi marittimi non solo , ma anché in Aquila, ove più se ne sente il bisogno.
   Gli autori j che deplorano la diminuzione delle boscaglie , non mancano d' inculcarne la ripristinazione. Jnsaldirc , imboschire è il loro grido. Credono generalmente che render saldo, cioè incullo un colle sia lo stesso che ridurlo boschivo , o almeno esente da scoscendimento. Ma non è così. Distrutta una selva con le sue ceppaje con molti anni di coltivazione ; non altrimenti può risorgere , che con nuova seminagione, o piantagione. Le querce che nascono spontanee da per lutto , esclusi gli alti monti ,