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Osservazioni sulla prosperità della provincia del primo Abruzzo Ulteriore


Tipografia Angeletti Teramo, 1837, pagine 142

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   1 O.)
   dalia ne' monli , e si trasportino col pane di terra. Sappiasi che tali alberi reggono al gran sole , anche nelle contrade marittime , contro la connine credenza. Potendo mancare la ripresa , gioverà gittare sili divelto e leggermente ricoprire i semi di piante boschive , che più piacciano; frammisti ai semi di ginestre comuni. E quand' anche queste . sole venissero a luce , pure compenserebbero le spese col grandissimo utile di assicurare un pascolo invernale alle pecore , auche se il suolo coprasi di neve. Chi poi possiede campi arenosi in riva al mare semini in essi i pini marittimi ( Pimts haleppensis s. pinaster ), i quali crescono rapidamente a 6 , o 8 palmi d' altezza in 5 , o 6 anni dalla semina , come ne ho fatta la pruo-va ; e possono aversi facilmente le semenze dalla spiaggia di Montesilvano , ove n' esisteva vastissima selva che va distruggendosi , onde mettersi il suolo a cultura. Era tale la sua estensione , che trovasi segnata in un' antica carta corografica della provincia sotto la denominazione di selva di lentischi. Possono anche farsi in quei piani sabbiosi bellissimi boschetti coi lentischi , mirti , filliree , oxicedri , agno-casti , rosmarini , eliche ec. , radunandone le piante ivi spontanee , ma senza pietà distrutte in ogni anno. I mirti erano sì abbondanti che una vasta estensione sotto Montepagano chiamasi ancora contrada delle mortelle. Soprattutto vi si pongano i tamarici , i quali hanno la singolare proprietà di prosperare nelle sabbie