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Osservazioni sulla prosperità della provincia del primo Abruzzo Ulteriore


Tipografia Angeletti Teramo, 1837, pagine 142

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   cliigiani solcavano liberamente il nostro mare colle numerose paranze. Tale divieto , giusta forse nel golfo di Napoli , ove il grande spaccio fa esistere cenlinaja di barchette , le quali prendono pesce stazionario , era fuor di luogo per l'Adriatico, ove in ispiagge piane ed unite non altrimenti può pescarsi che con reti alla vela , e dove i pesci sono quasi tutti viaggiatori e giornalmente camminano contro vento. Supponendo che una rete solchi ogni giorno una striscia di io palmi , per danneggiare le freghe di un miglio di fondo avrebbe bisogno di 700 giorni , quanto fosse possibile farlo regolarmente ed esattamente. Togliete i giorni di calma , di libeccio , e di tempesta , i di festivi che sogliono passarsi a terra : calcolale la giornaliera trasmigrazione dei pesci : e conchiudete quale danno possano mai recare Ire 0 quattro reti alla vela , che avevamo ed abbiamo , in un tratto pcscabile di 3o miglia di lunghezza e 4° di larghezza ; giacche sino a tale altezza si stendono le nostre barche in alcuni mesi dell' anno. Nello stato Romano non vi è stata mai alcuna restrizione , e da secoli c stata sempre abbondante la preda.