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Osservazioni sulla prosperità della provincia del primo Abruzzo Ulteriore


Tipografia Angeletti Teramo, 1837, pagine 142

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   colalo in potere de' privati o del patrimonio della corona , nessun vantaggiai ne ritrassero i contribuenti (i). Sorse allora uno stuolo di poveri non mai veduto per lo innanzi. Quindi Elisabetta , viaggiando pel suo regno tra le acclamazioni , dolta coin' era , esclamava con Orazio : pauper ubique jacet. Si pensò al rimedio , col chiamare ad esame le cause di sì nuova miseria. E poiché non si voleva risalire alle vero , si suppose che il pauperismo derivasse dall' ozio , e dalla malvagità; quindi cominciò a castigarsi qual delitto con inarchi , tagli di orecchie ec. La fame però essendo più imponente dei ferri roventi e taglienti , bisognò pensare a soddisfarla. Si cominciò a l'accomandare la carità ai ricchi : si fecero questue nelle Chiese , ina il risultato fu sì tenue che liualmculc si adottò lo strano mezzo eli una limosina forzosa , o sia tassa pei poveri. Da Elisabetta in poi questa esiste con successivo sviluppo , ed è giunta ( se vogliamo prestar fede ai giornali ) alla somma di annui 108 milioni di franchi per la sola Inghilterra; giacché i poveri della Scozia , e della misera Irlanda non han finora soccorso alcuno. Ogni parrocchia classifica i suoi indigenti ; fissa 1' annua largizione , e tassa i proprietari. Vi saran colà Angeli, e non uomini, se tal sistema non produce parzialità , richiami , animosità , e soprattutto un continuo rancore tra la classe pagante e la
   (i) Vedi Cubbcl StorU ilelU riformu.