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Osservazioni sulla prosperità della provincia del primo Abruzzo Ulteriore


Tipografia Angeletti Teramo, 1837, pagine 142

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   da tutto insieme la maggiore comodità , e quindi 1' aumento del popolo.
   E facile prevedere un' obbiezione a questo principio , cioè ; donde verranno quei capitali clic io suppongo prcnati alle arti raffinate , ed all' agricoltura studiosa. Rispondo clie provengono o da straordinari guadagni , o da lento progressivo accumulamento. Il secondo mezzo è più equo , ma non ha mai prodotto quelle meteore luminose , che sempre ci si additano. Se è così , mi si permetta di dissentire da quei teorici che la ricchezza dicono nascere dal travaglio , e questo dal desiderio di soddisfare ai bisogni di nuove e ricercate comodità , e la mancanza di tali gusti indurre i popoli all' indolenza ed all' ignavia. Or io osservo , meno poche eccezioni , che tutti desiderano e si procurano , se possono , i maggiori comodi e piaceri , colla differenza che alcuni travagliano adesso per godere in appresso , altri impazienti di godere , abbandonano troppo presto la fatica , e consumano in ricercale voluttà il frutto del travaglio. Quindi non fa il' uopo dire : faticale e godete , ma ; guadagnale e risparmiate : o bisogna dire che 1' agiatezza , lo splendore e la magnificenza di un popolo derivino da altre cause. Roma fu povera e rozza finché altra risorsi non ebbe che il lavoro. Quando arricchì colle spoglie dei vinti , i sontuosi palagi , le voluttuose terme , gli splendidi teatri, le delicate statue , le sorprendenti pitture , i grandiosi circhi ; la porpora ed il bisso furono