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Quadro storico analitico degli atti del Governo
de' domini al di qua del Faro - Manuale per gli uffiziali giudiziarj ed amministrativi
Stamperia Flautina Napoli, 1833, pagine 419
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quanto saremmo stati avventurosi, le questa veritą interessante ed evidente, additata per tale dai pił profondi moralisti, avesse colpito ! Sarebbe allora bastato di paragonare anche i primi atti, con cui in questo Regno si voleva sviluppare la pubblica prosperitą colle pił filantropiche istituzioni straniere per vedervi principii e massime ugualmente umane e nobili, ma assoluta differenza di nomi, di applicazione, di fine. Carlo e dopo di lui l'augusto Ferdinando volevano di Napoli un Regno felice ed illustre , lo Straniero voleva un nemico di meno, un appoggio di pił. Nel cuore de' Borboni il Regno delle due Sicilie ha sempre notato 1' ardente desio di sua prosperitą ; in quello dello Straniero 1' iucordigia di arricchirsi, l'ambizione di dominare. Carlo e Ferdinando l'hanno riordinato tra la gioja e la calma delle popolazioni e consumandovi di proprio, tesori, e premure} ma lo Straniero innovava, disturbando famiglie e cittą , spargendo il sangue de' popoli.
Nelle istituzioni stabilite da' nostri Sovrani vi era F essenza dell' armonia, dell'ordine, del bene: vi era forse lo stesso nelle altre? Alla vista comparivano colla stessa fisonomia, ma era una bella maschera quella che nascondeva 1' orridezza dello spirito d'occupazione .
Ed in vero che altro era il gran Consiglio di Stato del decennio se non una riunione impropria delle attribuzioni diverse tra 1' antico Consiglio di Stato e la Real Camera di S. Chiara? Cosa era quel lungo treno di Amministrazioni se non un' amplificazione ( suggerita dalla politica de' tempi ) delle poche, ma esatte officine antiche? Cosa erano i Tribunali di appello, se non il Sacro Regio Consiglio? Cosa la G. C. de' Conti se non la Regia Camera della Sommaria : Cosa il Tribunale di Commercio , se non una copia del Consolato ed Ammiragliato : Cosa in fine le stesse buone istituzioni se procedendo di
altri per irreligione, quasi che per esentarsi dalla religione vi bisognasse un brevetto di governo ; taluno confondeva la libertą colla licenza e credeva acquistare colla rivoluzione il dritto d'insultare impunemente i pubblici costumi; per molti la rivoluzione era un'affare di calcolo ; in (ine la repubblica Napoletana fu considerata come una preda , la di cui divisione spettar dovea a pochissimi : e questo fu il segnale, ne poteva esserlo diversamente, della guerra civile Ira la parte numcros* della nazione e la parte debole »