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Quadro storico analitico degli atti del Governo
de' domini al di qua del Faro - Manuale per gli uffiziali giudiziarj ed amministrativi

Stamperia Flautina Napoli, 1833, pagine 419

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   restituire per ciascheduna di esse un Augustano d'oro E tutto fu inviolabilmente osservato ».
   Delle monete Angioine .
   Grandi variazioni subì il sistema monetario sotto il regno degli Angioini.
   Carlo I di Angiò, che voleva cancellare e distruggere le tracce del governo Svcvo , per assicurazione del Regno cercò di abolire gli Ai/gustali ed i mezzi Augusta/i , e fece tanto clic li ridusse a moneta numerica . Egli vi surrogò il Jieale e mezzo liscile dell' ùtesso peso e valore che furono coniati nelle Zecche di Barletta c di Messina.
   Ma poi stabilita in Napoli la sua sede, fondò fissatamente una Regia Zecca , con fabbricarvi appositivamente un magnifico palazzo dirimpetto la chiesa di S. Agostino sulla piazza del Pendino . Le monete introdotte nel regno dal Be Carlo I di Angiò si mantennero dai seguenti monarchi sì Angioini che Aragonesi sino all' Imperatore Carlo V, ancorché ciascheduno di essi \i facesse incidere il proprio impronto .
   Così di Carlo II di Angiò si ha moneta con la sua immagine, con lo scettro ed il mondo in mano e con l'epigrafe: Corion» Dei Gratia Jerusa^em et Sicilia Rf.x ; c intorno a' gigli dall' altra parte : Ilo»oli Regis JumctuM Dimgit.
   Lo stesso fecero il Re Roberto, la Regina Giovanna I, il Re Carlo III della Pace, Ludovico 11, il Re Ladislao la Regina Giovanna II , Renato di Angiò , Alfonso 1, Ferdinando I , Alfonso II , Ferdinando 11 , Federico I, Carlo Vili, Lodovico XII di Francia , Ferdinando il Cattolico e la Regina Giovanna d' Aragona in unione del piccolo figlio Carlo V.
   Delle moneto Aragonesi .
   Il Re Alfonso 1 d' Aragona coniò oltre ai Reali , una moneta detta dal suo nome Alfonsina. Fu questa d' oro c di argento. Dicono i nostri storici , che egli facesse gli alfonsini d'oro dalla statua d'oro di S. Michele Arcangelo, che era sul Monte Gargano da lui fatta fondere, ti da una conca d'oro nella quale fu ivi battezzato Carlo 111 della Pace, e dal Re Alfonso poi rifatte in argento.