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Quadro storico analitico degli atti del Governo
de' domini al di qua del Faro - Manuale per gli uffiziali giudiziarj ed amministrativi

Stamperia Flautina Napoli, 1833, pagine 419

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   sarvi eziandio tutto ciò che nell'apprezzarsi , tassarsi , estimarsi de' detti Leni si fosse operato relativamente alla possidenza di ognuno. Di questi due quinterni uno rimaner doveva in deposito nelle chiese di ciascuna università , 1' altro rimettersi alla Regia Camera della Sommaria .
   Nel governo Vicercgnale si cominciò a sentire il nome di catasto, o catastroj nel quale i nomi di tutti quelli che contribuir dovevano ai pesi dell'università, e i loro beni si descrivevano con la definizione della quota delle contribuzioni di ognuno . Ma siccome varie difficoltà sorgevano per la formazione delle imposte tra i cittadini , cosi varj arresti troviamo della Regia Camera di molte istruzioni in diversi tempi emanate su questa operazione.
   Intanto esenzioni e privilegi non mancavano per rendere affatto infruttuose le provvidenze di Ferdinando I d' Aragona .
   Restituita a questi Regni la presenza del loro Sovrano, dopo il Concordalo con Benedetto XIV, il Re Carlo di Borbone prese in scria considerazione 1' esatta formazione di un catasto , col quale tutti i beni senza eccezione alcuna venissero descritti, ed i privilegi c le immunità non desser luogo ad inesattezza. I comuni pagavano ?lla rinfusa , con un metodo detto a battaglione , dove il povero era sempre superchiato . Per proporzionarsi all' opportunità de' popoli il pagamento delle prestazioni fiscali e degli altri pesi, e render giusta 1'esazione, si pensò alla formazione di un nuovo catasto generale, in cui si descrivessero i nomi dei cittadini, la loro arte o professione , gli individui tutti delle loro famiglie, ed i loro beni d' ogni sorta .
   L' idea del Principe era che il peso de' tributi c delle altre prestazioni comunali fosse proporzionato alle forze di ciascuno , e di sollievo t quella classe infelice di sudditi rbc vive del proprio stento.- cosicché il povero ed il ricco sostenessero i pesi pubblici, secondo le loro forze , e coloro elio niente possedessero, niente pagassero. Bla questa nobile idea del Monarca , se racchiudeva per metà i beni ecclesiastici, non comprendeva i beni feudali ; e per le istruzioni del tribunale della Sommaria date fuori nel irji sortii nel fatto tale alterazione dalle nostre antiche leggi, dalle massime del foro e da'pregiudizi nazionali , fasore voli ai soli ricchi, chc il sollievo, di cui si voleva che godessero i poveri, di\ enne inefficace , ed il peso riend di- in gran putte sopra di r- si