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Questioni Apruzzesi risolute

Niccola Palma
Tipografia Angeletti Teramo, 1837, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   meglio rilevar queste, se non dall' uso inveterato e vigente presso le classi colte del Prae-tutio e del primitivo Aprutio ? Il Micali, che ha scritto Abruzzi, ha voluto però notare ; I paesani pronunziano Apruzzo , Apruz• zi. Non ci fermiamo però tanto sul modo, con cui gli eredi ex asse degli Àprutiensi o Aprutini pronunciano Apruzzo ed i suoi derivati , come quello che va soggetto ad alterazione nelle bocche volgari: e maggior péso ci faccia 1' osservare' che in quante carte originali, in quanti suggelli , in quante lapide sussistono» nella diocesi Aprutina, un esempio solo non si rinviene che in quei due aggettivi siasi adoperato il b Dicano qui gli spassionati in qual conto debba tenersi nella conservazione del p la tradizione d' un popolo, che ha pur serbata intatta la z, con cui i suoi antenati pronunciavano il ti di Pràetutio : tradizione non vaga, non equivoca , ma consegnata secolo per secolo all' , invariabile scrittura. Suppóngasi per un istante che nel riunire in un sol corpo le contee d' Aprutio , di Penne, di Teate , di Forcola , à' Amiterno, di Valva e de' Marsi , anziché il notile, d' Aprutio, altro ne fosse andato a genio di Federigo, per esempio quello di Valva o di Marsia ; chi non tirerebbe tati-tòsto la conseguenza che sorgendo questione sulla maniera di pronunciare e di scriVeré il nome ampliato, si avrebbe a ricorrere al preesistente conte al suo fonte , a! 'sùù - l'aditale , «Ila sùa matrice ? E qual linguaio insultare w preferenza t L' ecclesiastico , asserisco,
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