Stai consultando: 'Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo ', di

   

Pagina (4/123)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (4/123)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   PARTE P
   1 - L'ANTEFATTO ED IL FATTO
   (Da una inchiesta pubblicata dal « Mattino d'Abruzzo » del 21, 22 e 23 aprile 1953, che più si è attenuto alla esatta cronistoria del susseguirsi precipitoso, incalzante, ' impressionante degli episodi e dei tempi).
   A) L'inchiesta del " Mattino d'Abruzzo „
   I giornali dell'agosto 1952 riportarono: «... una donna di servi-aio, Elisa De Benedictis, di anni 28, da Teramo, si è resa protagoni. ata di un raccapricciante delitto. Sua vittima è stata la figlia di un noto professionista a nome Cesarina Montevèrde, fidanzata ad un compagno dell'Ufficio del Catasto a nome Gino Urbani, rimasto vedovo dalla signora Slunter Pierina, deceduta il tre dicembre, quando sua unica assistente durante la malattia era la donna di servizio Elisa; il 1° agosto nello stesso appartamento era morto il figlio. La Elisa mettendo in esecuzione un piano criminoso telefona alla Montevèrde a nome di una signora amica di casa Montevèrde ed adiacente all'appartamento della De Benedictis, (casa Saccomandi dal nome della padrona e zia dell'Urbani; ivi la Elisa De Benedictis èra , domestica ed ivi l'Urbani si era trasferito con la famigliuola appena giunto in Teramo da Rieti, giugno '51).
   La sig.na Montevèrde C. vista entrare non fu più vista uscire, ma un grido lacerante susseguito al suo ingresso al caseggiato aveva messo in allarmi tutto il complesso degli stabili riuniti attorno al giardino interno (attraversato dalla M, C.) ed adibiti a case di mutilati. Lo stabile è ai limiti estremi della città, subito dopo vi è' la strada di circonvallazione quasi in oscurità ed indi formali fos-•sati, il letto vastissimo del fiume Vezzola e la boscaglia degli argini. Una -donna proveniente dal fiume, cbe ha visto la Elisa spandere in terrazzo dei lenzuoli macchiati di sangue e due giovani che erano in cortile, 6 tutti coloro che udirono il grido lacerante: «Dio mio, aiuto, aiuto!» diedero l'allarme. Individuarono l'appartamento; bus. surono alla porta della Elisa; nessuno aprì; fu avvertita prontamen

Scarica