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Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

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   è più uscita; partano alla Saccomandi chiaramente delle possibilità ed anzi della certezza del delitto; Pompei Lino dice che    Fatto sta che l'Urbani esce assieme al fratello. Nessuno ancora di essi parla di delitto. Essi non ci pensano? La Cesarina, forse è andata a Giuliano va; la Elisa afferma di averla vista davanti alla macelleria; nessuno afferra per i capelli la De Benedictis per indur. la a tirare fuori il cadavere indicato in modo inequivocabile dalle mura stesse: « Odore pungente e caratteristico di sangue » dicono i rapporti degli agenti. Atmosfera di delitto e di sangue ovunque ed in tutti gli animi, escluso in coloro che primi avrebbero dovuto averne sentore: il sedicente fidanzato che dalle 6,30 attende Cesarina, la donna che arrivava agli appuntamenti del suo Giorgio con una precisione cronometrica. Cesarina negli ultimi tempi fu invasa da incertezze, disillusioni, pentimenti; non tutto andava normale; negli ultimi giorni uni dolore di testa le dava un fastidio enorme e se ne lagnava con la mamma. Droghe? Fatture? Mistero! Inconscia come un automa: con la incoscienza degli innocenti andò al supplizio. Perché?
   Fatto sta che l'Urbani questa volta fu seguito pròprio da coloro che erano persuasi del delitto. Ma il pedinamento inesorabile non poteva condurre che alle porte della Questura; e gli agenti finirono per trovare in casa Saccomandi indumenti macchiati di sangue ovunque; lavature di fresco; schizzi di sangue; traccia di capelli; una borsetta nailon macchiata di sàngue; Cesarina era conosciuta anche personalmente nello stabile, sì che viene riconosciuta anche la borsetta di Cesarina da parte degli astanti; allora tra la folla degli astanti un uomo si fa avanti ed accusa' la Elisa: «ora capisco!... assassina...». Noi invece non ci comprendiamo bene in questa questione e vorrem. mo che si facesse maggior luce da parte degli organi inquirenti.
   Certo è che è circa l'una, quando dietro la pettiniera il Mancini, che nella sua mente si era fatto chiaro, insieme con gli amici del «ortile. l'idea del delitto, rinviene il cadavere della povera signori-

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