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Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   
   
   
   (Da « II Mattino d'Abruzzo »- 23-4-1953):
   Bisogna pur riconoscere che riguardo all'assassinio della «Squar-
   tatrice» di Teramo la stampa è stata nella impossibilità di dare un
   ragguaglio preciso dei fatti. Infatti non sono noti con esattezza i tem-
   pi delle telefonate e delle visite fatte a casa Saccomandi ed a casa di
   Giorgio Urbani; eppure i minuti in questo processo hanno immenso
   valore. La stampa non ha avuto un comunicato ufficiale delle risul-
   tanze delle indagini.
   «Crimen» riportando nel suo frontespizio la fotografia della Mon-
   teverde scriveva: «Nessuno venne in suo aiuto». Il grido lacerante
   di aiuto della Monteverde fu udito e commentato ; sul terrazzo più
   tardi furono visti dei lenzuoli insanguinati; macchie di sangue malce-
   late furono viste: da coloro che si avvicendarono in casa delia Elisa;
   è vero che tutto questo lavorìo (come afferma la Elisa) fu solo que.
   stione di minuti? Eppure questa fece a pezzi il cadavere come in una
   macelleria:: fu visto un involto sotto il letto; persone tornarono ad
   avvicendarsi nella stanza della morte orrenda, la stanza odorava di
   sangue, pessimo credette! alle scuse della Elisa; tutti ebbero la sen-
   «azione del delitto; ma nessuno avverti la polizia. Venne avvertita
   la padrona di casa, zia del fidanzato, che qualche cosa di grave era
   successo a casa sua; l'involto da sotto il letto sparì; questa trovò
   tutto normale; giunse più volte il fidanzato della Monteverde; chie-
   se spiegazione alla Elisa ed andò a cercare la fidanzata altrove. Ri-
   petè la bugia che la Cesarina era stata vista in compagnia con una
   donna ed un uomo di fronte alla macelleria.
   Ma intanto' la Elisa riassettò la camera a dovere; sistemò meglio
   i macabri involti: ed uscì ad ispezionare la via che conduce fuori del
   caseggiato verso il fiume; era spiata; rientrò, tornò ad uscire, ma era
   spiata. Scesa la sera, si pensò alla cena, ma tutti erano preoccupati.
   Era la mezza quando il fidanzato avvertì la polizia di tutto il tram-
   busto che, per ore d'angoscia aveva tenuto in allarme lo stabile.
   Nessuno poteva correre in aiuto della vittima? Nessuno poteva
   evitare lo scempio fatto del cadavere? La popolazione attende tutto.
   ra risposta a questi strazianti interrogativi. Per solito delitti cosi or-
   ' rendi hanno radici che si affondano nei più bassi istinti e spieiati/
   i egoismi umani.
   Il corrispondente del ((Tempo» del 20i agosto non a caso scriveva: «E' da ritenere che da un momento all'altro si possono registrare •olpi di scena che chiariscano ancora meglio i particolari ohe ren-
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