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Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

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   sistenzà o meno di dette ombre; vanno ponderati i dati inoppugnabili che la stampa ha fornito facendo opera morale e meritoria. Il delitto è stato tanto raccapricciante da impressionare l'opinione pubblica nazionale, e nello stesso tempo «tanto complesso» da interessare i giornali per più e più colonne. Sarebbe quindi costruttivo che ogni giornale cercasse di farsi una «sua idea» del delitto Onde dare alle corrispondenze un nesso logico e conseguenziale al fine di raggiungere la verità qualunque essa sia. In qualche grande quotidiano abbiamo letto corrispondenze dissonanti a firma di più autori. Biso. gna senza dubbio essere cauti e soprattutto conseguenzialij battersi per la verità, specie trattandosi di un processo con gravi conseguenze penali.
   Per questo non sarebbe inopportuno che i grandi quotidiani mandino i loro «inviati speciali», che con la loro competenza assumono la piena responsabilità* di quello che scrivono. Invero quando abbiamo letto nel «Momento Sera» dell'll aprile, è in contrasto con la stampa (che ha chiesto che sia fatta luce su tanti particolari che sono rimasti poco chiari), ed è in contrasto con altre tesi sviluppate in altri numeri dello stesso quotidiano. Egualmente riteniamo che male ha fatto quel quotidiano che ha permesso che una penna di giurista sviluppasse sulle sue colonne la tesi giuridica «dell'atto do. vuto ad una improvvisa follia»; ancora più inopportuno l'articolo che decantava i postumi sentimenti materni della belva umana, causando la severa critica della pubblica opinione. Infine è stato classificato indelicato ed unilaterale l'articolo (o meglio gli articoli, forse originari dalla stessa fucina) che tessevano gli elogi «sperticati» di un solo avvocato.
   Invece teniamo a precisare che questo non è affatto un processo ove si possa cercare il «successine forense». Se l'assassina, rea confessa del più mostruoso delitto che la criminologia ricordi, già condannata dall'esacrazione della pubblica opinione e dalla figura di martire della vittima, avrà o non il massimo della pena, non è me. rito o demerito di alcuno. Sarà invece meritorio (come detto sopra) ricostruire nei minimi particolari gli antefatti lontani ed i' fatti, e «/orse anche (lo diciamo non a caso) gli avvenimenti avvenuti dal giorno del delitto ad oggi... »y necessita sceverare il vero dal falso; distinguere i «penalmente colpevoli» dai umoralmente colpevoli*; infine stabilire « l'entità penale delle colpe... » dei danni civili e conseguenti risarcimenti.
   E' in questo campo vastissimo che: Polizia, Magistrati, Avvocati possono e debbono adoperare la loro scienza e coscienza...
   Non si dimentichi... che vi è una casa in lutto, ove lai Sig.na Ce-
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