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Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

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   alnante, come tengo a smentire categoricamente le asserzioni apparse sui diversi giornali, in particolar modo quelle del «Tempo» secondo cui mia moglie t morendo, avesse indicato in Elisa De Benedictis colei che io avrei dovuto risposare, ed altre. Tutto questo è falso ed io mi riserbo quindi di querelarmi. E' falso inoltre che la De Benedictis prima di quella sera fatale avesse affrontato la povera C'Csarina Monteverde per distorgliela da me.
   Oggi soltanto posso supporre che la De Benedictis mi usasse tut. te quelle premure, quelle accortezze con la speranza che io un giorno o l'altro me la sposassi. Ma era soltanto un suo pensiero che non. ho mai incoraggiato, conoscendo bene il passato della donna e la sua moralità. Io sono un ex sottufficiale dei CC.; richiamato nel 1940, sono stato per diverso tempo prigioniero. Per quanto ri-.guarda la vicenda tragica di Via Duca D'Aosta sono rimasto meravigliato leggendo alcuni giornali, come non si sia fatta menzione che io fui colui, che si rivolse alla Questura, dopo aver cercato invano per delle ore intere la Cesarina Monteverde e che provocò quindi l'intervento degli agenti, e ricerche alle quali partecipai, e ,,à scoperta del cadavere.
   r Tutto quanto è stato, per me oggi non sembra altro che un so-Ipào, un qualche cosa di impossibile a pensarci, che non può essere ^accesso. Non riesco ancora a capacitarmi della terribile realtà che pii ha travolto, e che con me ha travolto la famiglia Mointeverde, ;tl(tta cara e innocente donna la quale s'era legata a me con affetto >ji£ncero, con lo stesso affetto forse, con il quale leniva il dolore dei «oldati feriti durante la guerra, due vecchi tanto buoni che non 'Hfenno rendersi conto, come me, della tragedia, tanto repentina es-,,j, è; stata dei fratelli e sorelle che la notizia ha sconvolto. fi,. Come immaginare tanta beduina ferocia in una creatura umana? JPerchè, se la malvagia donna aveva del rancore contro di me non *,ia affondato la mannaia nelle mie carni invece di abbatterla più %<>lte senza pietà, senza ribrezzo dei suoi atti, con un cinismo ed una .indifferenza ributtanti sulla povera innocente e candida Cesarina? Sarebbe stato cento volte preferibile! Sono un uomo sfortunato, «ènto che la vita, non ha più scopo »). ,j' Giorgio G. Urbani
   liQTA: La fotografia di Pierina Slunter, data alla stampa, non è che ":' una sua fotografia giovanile. Non è stata fornita alcuna fotografia della Slunter cinquantenne, netti-epoca della mortej né nessuna ;i ' fotografia dell'epoca dell'avvenuto matrimonio quando era quarantenne. Slunter Pierina, fu Antonio e Dus Caterina, nacque a Savogna
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