Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.
dal referto necroscopico risulta una relazione fra l'anemia conseguente alle coltellate, e quella coltellata all'apice del polmone sinistro.
Ed è evidente che il depezzamento del cadavere è avvenuto dopo le ore 20, cioè dopo la visita dell'Urbani, perché fra l'ora del de. litto e le 20 Elisa dapprima esce di casa per qualche minuto, poi è sempre impegnata^ a rispondere alla gente che sale in casa per vedere se è successo qualcosa. « Mi sono ferita » risponde. Ma noni htà tempo di completare Iq sua opera. Dopo ìa visita dell'Urbani e dopo dopo i consigli di lui, Elisa riprende il cadavere, che presumìbilmente aveva nascosto sotto il letto, (3) lo depezza, lo nasconde dietro la pettiniera, poi si dedica a ripulire il muro, il pavimento, i lenzuoli, e i panni. Perciò chi può cancellare dalla nostra mente che un pronto trasporto all'Ospedale alle ore 20 avrebbe permesso di salvare la povera vittima?
Questo che potrebbe sembrare un atto di accusa non è che un esame obiettivo dei fatti: lo stesso Urbani deve riconoscere che troppi indizi sono contro di lui, ed egli stesso, se lontano dalle responsabilità, deve preoccuparsi di contribuire a far luce sulla vicenda.
Esiste anche il dubbio che fra Elisa e l'Urbani esista un legame di omertà ben più solido di quel che potrebbe sembrare a prima vista. Bisogna ricordare, infatti, che l'Urbani venne a Teramo da Rieti nel giugno 'del 1951, insieme alla moglie Pierina Slunder, ed al figlio. Andarono tutti ad abitare dalla Saccomandi. Nell'agosto il bimbo mo. rì. Qualche tempo dopo si ammalò anche la moglie, e risulta dalle dichiarazioni dell'Urbani che medici e specialisti si avvicendarono al suo capezzale alla ricerca di una diagnosi, senza riuscire a comprendere di cne si trattasse. La signora Slunder era curata personalmente da Elisa De Benedictis, che in alcuni giorni di assenza dell'Urbani arrivò a dormire insieme alla signora.
Quando la Slunder morì il responso fu: peritonite. Non si mette in dubbio la capacità dei medici curanti, però, dati i precedenti della malattia, non si può ignorare che la peritonite è la clàssica scappatoia a cui si ricorre quando non si sa quale sia stata la Vera càusa della morte,. Se Elisa è stata capace di martoriare con 38 coltellate il corpo della Monteverde, perché non può essere stata capace di
(1) oggi molti testi che tra la folla udirono queste grida strazianti ecc. hanno perso la loro loquacità. E' bene che essi la riprendano e sentano il dovere di deporre spontaneamente la verità.
(2) e forse lo presagiva già.
(3) come è stato dichiarato in istruttoria: sotto il letto vi era un/lungo involto coperto da una fodera di materasso.
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