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Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ' Questo particolare, se riferito in tempo) cioè durante l'istruttoria, avrebbe potuto modificare lo svolgimento del processo ed una testimonianza del genere avrebbe potuto provocare qualche noia seria a Giorgio Urbani, che difficilmente si sarebbe potuto difendere dall'accusa di favoreggiamento personale. E' un particolare che avrebbe avallato la tesi secondo cui l'assassina confessò all'Urbani ii suo delitto durante la prima visita di costui alla casa Saccoman-di (2).
   Alla richiesta, il Doti. Ugo Rolfo, Procuratore Generale, reagisce energicamente, affermando che si sta facendo il processo a base di pettegolezzi e che ci si allontana dalla via giusta che conduce al raggiungimento della vera giustizia. Per questo dichiara di opporsi alla richiesta. La Corte si ritira e decide a sua volta di respingere la domanda, poiché il teste Pompei dichiarò, nel suo primo interrogatorio, di aver visto entrare l'Urbani nel caseggiato e di non aver visto neppure se egli fosse entrato dalla Rasetti o dalla Saccomandi: per questo egli non può essere stato presente all'eventuale colloquio tra l'Urbani e la De Benedictis. Ci sarebbe da notare a proposito di ciò che il Pompei si sarebbe riferito ad un'ora molto posteriore, cioè dopo la mezzanotte, mentre la dichiarazione citata dalla Corte riguardava gli avvenimenti delle ore 18,30 - 19)-
   »• II Giornale d'Italia » ripete gli stessi concetti.
   G) Correo, innocente o favoreggiatore?
   (Da « II Mattino d'Abruzzo ») :
   Sono stati successivamente sentiti altri testimoni di minore importanza cioè la signora Giarritta che ha parlato dei precedenti del. la imputata; il sig. Sanlorenzo, amante della De Benedictis e pa'dre del figlio di lei, e 'Gisella Gambacorta che portò un regalo all'Urba-
   (2) II rifiuto di chiamare questo teste per ragioni così circostanziate, come dalla istanza Prosperi, è senza dubbio una grave responsabilità assunta dalla Corte. Gravita fatta più pesante dai commenti della Stampa che parlò poi, chiaramente di errore di interpretazione. Cosa ancora più grave che confermerebbe che l'istruttoria fu frettolosa ed i testi poterono rimanere reticenti. ... Ma nell'atmosfera nervosa creatasi, nel modo come le istanze di P. C. venivano rigettate non vi era modo di spiegarsi, replicare o sperare. Pertanto l'Avv. Prosperi decise fin d'allora superfluo assistere al dibattito, ormai scontato su i binari già* detti, e ripartì per Padova in serata.

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