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Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   il
   ni per incarico di Elisa quando questi si era già trasferito dalla pensione Saccomandi alla nuova coso, regalo che sarebbe stata una prova quasi dell'affetto e dei rapporti fra i due ,
   (Da «Momento Sera»):
   Si arriva poscia alla drammatica deposizione di Giorgio Urbani al cui ingresso nell'aula la De Benedictis con alte gride conferma che egli era stato il suo amante.
   NOTA: Urbani è accolto al suo ingresso nell'aula da un prolungato mormorto della folla.
   (Da « II Giornale d Italia » - 25.6-1953):
   Egli nega innanzi tutto di aver mai avuto rapporti di intimità con la De Benedictis. Ricorda i precedenti del delitto sino alla morte della moglie il 3 dicembre del 1952. Successivamente, egli restò nella pensione Saccomandi e la De Benedictis aumentò verso di lui le sue attenzioni. Egli non pensò mai — ha dichiarato — che potrebbe esserci dietro l'affettuoso interessamento della donna un secondo fine.
   Ella gli regalò effettivamente un paio di pantofole per il suo compleanno e respingere il dono sarebbe stato scortese né c'era ragione di farlo. Vide Elisa per l'ultima volta il 6 agosto. Il giorno del delitto — ha dichiarato/ — telefonai alle 18,30 precise a casa Montever. de per avvertire che sarei andato dal barbiere e che successivamente avrei atteso Cesarina in corso S. Giorgio. Rispose la madre che mi avvertì della telefonata che Cesarina aveva ricevuta a nome della signora Rasetti e che era stata fatta da Elisa. Verso le 19.30 non vedendo Cesarina ritelefonai, ma non era ancora tornata. Telefonai più tardi anche a casa mia. Alle 20 circa mi fermai con alcuni amici, poi mi misi di nuovo in contatto con casa Monteverde. Stavolta la madre di Cesarina mi disse della falsa telefonata che aveva ricevuta nel. la quale una donna imitando la figlia aveva detto che si sarebbe recata a Giulianova e sarebbe tornata più tardi. E poi alle obiezioni di lei aveva abbassato il ricevitore.
   Alle 21 sono andato in casa Rasetti — ha aggiunto — poi entrai in casa Saccomandi per telefonare di nuovo ai Monteverde. In questo periodo, secondo le dichiarazioni della Di Benedictis, sarebbe avvenuta la confessione del delitto. Ma l'Urbani dichiara di non essere mai rimasto solo con la donna.
   Continuai le ricerche, egli aggiunge. A mezzanotte, dopo avere atteso 1 ultimo pullman da Giulianova, mi decisi ad andare in Que-
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