Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.
blica mi avesse chiesto delle delucidazioni alla denuncia; ma l'atmosfera indubbiamente riconosciuta nervosa e frettolosa, nel dibattito e nel mio interrogatorio, non me lo ha permesso. Ho invidiato all'Urbani le possibilità che ha avuto di seguire un nesso logico e con. seguenziale. Il nesso delie mie ragioni voleva essere ben altro e legato da episodi ed indizi che sembrano le parti di-un ben befinito quadro generale che va studiato ed esaminato. Del resto a me spetta la parte di teste e le indagini competono agli altri.
Le rinnoviamo la preghiera di raccontarci le sue impressioni :
«In data 14 agosto da mio fratello Alberto da Macerata ebbi un telegramma urgente che mi comunicava che Cesarina era gravissima e di tornare subito a Teràmo. Io ero a Roma e raggiunsi Teramo in auto. Mio fratello (seppi) era stato raggiunto a Macerata da un fratello del-1 Urbani ed invitato a tornare subito a Teramo per la disgrazia avvenuta; si parlò di un incidente di auto.
Giunto a Teramo andai in casa; trovai tutti in lacrime. Aduso aìle guerre mi feci forza. La Signora Morriconi Celeste mi mise, come voi. li, subito a corrente che in definitiva Cesarina era stata assassinata da Elisa, domestica della Saccomandi. Io non conoscevo tale donna, ed i precedenti per cui stentai ad orizzontarmi^
Recatomi in camera da letto trovai mia madre che confondeva le sue lagrime con in singhiozzi dell'Urbani. Erano abbracciati insieme e l'Urbani cercava di consolare mia madre facendo unico il dolore ed imprecando contro l'assassina. Mio padre era inebedito dai fatti avvenuti e non aveva parole.
Volli sapere i fatti, e dietro mia insistenza, passati in altra camera mi diedero i ragguagli principali; glj avvenimenti furono narrati da mia madre che non si poteva capacitare.
Io, mio fratello, il marito di mia sorella Vittoria (Avv. Angelo De Benedictis- e parenti e anche il Rag. Peppino Vallesi (amico di famiglia) chiedemmo spiegazioni all'Urbani di questa immane tragedia, L'Urbani a tutti dichiarò, confermò, e giurò che nessun rapporto intimo era mai stato tra lui e1 la Elisa; ma che solo la Elisa aveva la mira su di lui infondatamente; e che lui accortosi delle cortesie della Elisa ritenne opportuno andare via da casa Saccomandi (sua zia) (1). (I) Nella sua intervista a «II Giornale d'Abruzzo» invece scrive; «non
si è mai azzardata di oltrepassare il limite imposto da quei rapporti di amicizia e anche di riconoscenza».
Rimanemmo perplessi quindi dalla assurdità degli avvenimenti. Le dichiarazioni dell'Urbani a me non convinsero. Tornato a chiedere particolari a mia madre, a Vallese, ed alla Signora Morriconi questi mi
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