Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.
dissero che Cesàrina aveva notato l'interessamento di Elisa per Urbani, ma che sempre era stata da esso tranquillizzata con modi persuasivi,
lì giorno dopo appresi altri particolari dalle persone che venivano a fare le condoglianze; molti uomini si meravigliarono\ con me che permettessi che ancora il pseudo fidanzato fosse accanto a mia madre; riflettendo su tanti particolari passati mi imposi verso i parenti perché l'Urbani fosse immediatamente messo alla porta. Mia madre fece la questione di opportunità e di tempo. L'Urbani, l'incàuto fidanzato, il non sincero fidanzato, aveva per me perso mia sorella caduta Jigenua nella trappola tesagli dalla assassina - amante de^ suo presunto fidanzato.
Furono scenate dolorose in giornte di lutto. Si era affaccendati per preparare i funerali. Per scongiurarmi di non turbare i funerali si interposero tutti, ivi compresi il Vallese, la .Sig.ra Momconi, mia sorella Vittoria, mio fratello, l'Avv. Angelo e Rocco De Benedictis, ed altri intimi, quantunque dovettero darmi ragione.
E così andai ai funerali, colmo dell'ironia, additato come il fidanzato da chi non mi conosceva, essendo io stato lunghi anni lontano dalla Patria.
L'Urbani non venne ai funerali, e vi fu chi disse perché sconsigliato dalla Questura. I motivi facevano eco nei giornali.
Si ebbe il massimo riguardo per i parenti dell'Urbani (cognata e nipote) che consolarono mia madre.
Sì tenne una piccola riunione di parenti e si decise che all'Urbani sarebbe stato latto sapere che le sue visite non erano gradite. L'Urbani non venne più in casa ed io mi acquietai per ciò; la Elisa era ormai assicurata alla Giustizia; la premeditazione risultava fin dalle prime indagini; il tranello teso era evidente; non restava che accertale le, responsabilità dell'Urbani, per dare maggiormente consistenza a questa premeditazione e bassezza di istinti nei t^mpa che precedette il delitto ed in cui il delitto maturò,
Come figlio maggiore e più vicino ai famigliar! e che maggiormente potevo muovermi con il mio automezzo cercai di approfondire e precisare i dati che i miei parenti ed amici potevano darmi. G,'à nei giorni dei funerali ej appena susseguti al delitto, amici di infanzia e di Cesàrina e di mamma e mamma stessa mi informarono minuziosamente eli tutto; altri elementi io stesso avevo da tempo per non essere soddisfatto di tale fidanzato; ma volli da gentiluomo essere cortese.
Venni così a farmi un quadro esatto dei precedenti e del delitto stesso. Pertanto, anche su insistenza di mio fratello mamma si costituì parte civile ed insieme sviscerammo quanto si sapeva al. l'avvocato perché; illuminasse la Giustizia, se pur ve ne fosse bisogno sulle responsabilità di coloro che furono vicino a mia sorella, e p-er-
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