Stai consultando: 'Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo ', di

   

Pagina (77/123)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (77/123)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   cerata. Intanto mio fratello con. la moglie era passato a Teramo»; e vi era stata anche mia sorella Vittoria con l'Avv. De Benedictis Angelo (marito). Da scambio di vedute tra di noi e con compagni di ufficio di Cesarina si potette concludere che questo .fidanzamento veniva condotto in maniera ben stridente con la proclamata correttezza dell'Urbani.
   1 compagni di ufficio stesso avevano notato, che, Urbani andava sempre a spasso con la Cesarina per vie secondarie quasi sfuggendo agli oóchi del pubblico. Amichevolmente ripresero Cesarina. Intanto si poteva concludere che: approfitiando di un'occasione l'Urfiani aveva conosciuto me ed ottenuto che io andassi a riverirlo a casa. Da principio io non detti a ciò valore, ma poi seppi che lo stesso marito di mia sorella Vittoria era stato presentato da mia sorella per strada. L'.LJrbani esternò il desiderio di conoscere aliri parenii, e non mancò l'occas.one che gli fosse presentata la mogLe di mio fratello ed i nipotini tutti. L'Urbani incoraggiato di ciò chiese che mio fratello e la moglie si recassero a rasa sua a prendere un thè. M-a sorella riportò l'invito con persuasive parole. Al che mio fratello pose un netto rifiuto dando dello 'scostumato a questo presunto fidanzato che ignorava volutamente che il suo dovere era di, andare in casa Monteverde a presentarsi ai vecchi e stimati genitori. Ma l'Urbani inspigabilmente tardava ad andare in casa Monteverde a fare il suo dovere di gentiluomo. Passò del tempo che a me sembrò troppo lungo.
   Scrissi allora una lettera a mia sorella affettuosa, presupponendo che le ragioni di lutto non fossero sufficienti a giustificare la scorrettezza e che per* un uomo di 50 anni non vi doveva essere luogo più accogliente e discreto, per conoscere la sua futura compagna della vita, della casa Monteverde ove egli era stato più volte invitato a presentarsi da Cesarina. Ma l'Urbani sempre adduceva la venerazione per la moglie, e 1$ scrupoUsità che egli aveva] per la sua vedovanza • Nella affettuosità della lettera non mancai di dire che: «non vedevo di buon occhio un fidanzamento a poca distanza della tumulazione della moglie dell'Urbani e che comunque stesse accorta perché ogni uomo porta con sé un bagaglio di buone e cattive qualità e che non era saggia una fiducia cieca. Aggiunsi che: non era saggio e corretto che il fidanzato anziché presentarsi ai parenti e genitori avesse seguitato a farsi vedere per le vie secondarie con la fidanzata senza, avere fatto compartecipi i genitori, e che l'ambiente più adatto per conoscersi fosse la casa materna, come aveva fatto la sorella Vittoria. Inoltre avvertivo mia sorella di evitare di andare a vedere il co-
   - 76 -

Scarica