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Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   struendo appartamento in compagnia della donna di servigio Maria Bazzoli.
   Mia sorella rispose che qualche volta doveva recarsi nello stabile che l'Urbani aveva in riparazione per disporre i lavori, e i vani, f che quelle poche volte che era stato necessario; v'era andata accompagnata da Maria; (la donna ni servizio che stava con i De Rantiis, che ora, era a casa con mamma, aspettando che l'appartamento fosse pronto per poi passare al servizio di Giorgio».
   E proseguiva; «ho i miei anni ed anche parecchio giudizio e lui ne ha più di me ed ha per giunta una buona dose di educazione e di serietà. Ha una venerazione per la sua compagna scomparsa, più in là verrà a conoscere Alberto, mamma e papa e nello stesso tempo a farsi conoscere. Questo è tutto, Giorgio è stato tanio colpito dalla sventura, che pur rispettando il>suo dolore ha bisogno di un affetto.
   Questa è la via che insieme abbiamo scelto, piena di luce, guidati dai nostri cari morti, che sono sempre, presenti nella, mente e nel suore, strada che per ora percorriamo a fianco a fianco, con la fronte alta, .sereni ed in perfetta armonia di mente e di cuore, guidti dalla onestà, dall'educazione, dai fini sentimenti di tutti e due e che speriamo per la fine dell'anno, di continuare a trascorrerla insieme, abbracciati, avvinti l'uno all'altro, stretti dal nodo del matrimonio. Cesarina» _
   La lettera di mia sorella mi fece una penosa impressione. Essa ormai innamorata dell'Urbani, tranquillizzata dal suo modo di fare suadente era divenuta refrattaria ad ogni nostro buon consiglio è del suo animo non ne disponeva che Giorgio. Ma ci si poteva fidare? Giorgio non si presentava a casa; le passeggiate per le strade secondarie avvenivano egualmente; Giorgio evitava il centro con la scusa del lutto-, mamma mi ha riferito di avere rimproverato Cesarina perché si decidesse a parlare all'Urbani francamente per venire ad una definizione. Lo stesso Aw. De Benedictis, cognato di Cesarina, ebbe a criticare il contegno del sedicente fidanzato, ma-Cesarina era persuasa della sua devozione al lutto che voleva conservare assai stretto.
   Per tutta risposta l'Urbani non solo non si presentava a casa ma addirittura, come si è accennato, pretendeva di essere riverito in casa; e spesso domandava a Cesarina perché non scrivevamo, perché non domandavamo di lui. Arrivò fino all'assurdo di pretendere che i nipotini che veva conosciuti scrivessero a lui per mano della mamma. E Cesarina nella sua ingenuità scriveva alla sorella: «ma credi pure che io non posso perdonare la sgarberia fatta verso Giorgetto; una coltellata al cuore mi avrebbe fatto meno' male e procurato meno dolore; •eppure lui è atto tanto buono e gentile con Lucio, con Angelo (il padre) era tuo dovere mandare una cartolina appena il piccolo è torna-
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