Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.
struendo appartamento in compagnia della donna di servigio Maria Bazzoli.
Mia sorella rispose che qualche volta doveva recarsi nello stabile che l'Urbani aveva in riparazione per disporre i lavori, e i vani, f che quelle poche volte che era stato necessario; v'era andata accompagnata da Maria; (la donna ni servizio che stava con i De Rantiis, che ora, era a casa con mamma, aspettando che l'appartamento fosse pronto per poi passare al servizio di Giorgio».
E proseguiva; «ho i miei anni ed anche parecchio giudizio e lui ne ha più di me ed ha per giunta una buona dose di educazione e di serietà. Ha una venerazione per la sua compagna scomparsa, più in là verrà a conoscere Alberto, mamma e papa e nello stesso tempo a farsi conoscere. Questo è tutto, Giorgio è stato tanio colpito dalla sventura, che pur rispettando il>suo dolore ha bisogno di un affetto.
Questa è la via che insieme abbiamo scelto, piena di luce, guidati dai nostri cari morti, che sono sempre, presenti nella, mente e nel suore, strada che per ora percorriamo a fianco a fianco, con la fronte alta, .sereni ed in perfetta armonia di mente e di cuore, guidti dalla onestà, dall'educazione, dai fini sentimenti di tutti e due e che speriamo per la fine dell'anno, di continuare a trascorrerla insieme, abbracciati, avvinti l'uno all'altro, stretti dal nodo del matrimonio. Cesarina» _
La lettera di mia sorella mi fece una penosa impressione. Essa ormai innamorata dell'Urbani, tranquillizzata dal suo modo di fare suadente era divenuta refrattaria ad ogni nostro buon consiglio è del suo animo non ne disponeva che Giorgio. Ma ci si poteva fidare? Giorgio non si presentava a casa; le passeggiate per le strade secondarie avvenivano egualmente; Giorgio evitava il centro con la scusa del lutto-, mamma mi ha riferito di avere rimproverato Cesarina perché si decidesse a parlare all'Urbani francamente per venire ad una definizione. Lo stesso Aw. De Benedictis, cognato di Cesarina, ebbe a criticare il contegno del sedicente fidanzato, ma-Cesarina era persuasa della sua devozione al lutto che voleva conservare assai stretto.
Per tutta risposta l'Urbani non solo non si presentava a casa ma addirittura, come si è accennato, pretendeva di essere riverito in casa; e spesso domandava a Cesarina perché non scrivevamo, perché non domandavamo di lui. Arrivò fino all'assurdo di pretendere che i nipotini che veva conosciuti scrivessero a lui per mano della mamma. E Cesarina nella sua ingenuità scriveva alla sorella: «ma credi pure che io non posso perdonare la sgarberia fatta verso Giorgetto; una coltellata al cuore mi avrebbe fatto meno' male e procurato meno dolore; •eppure lui è atto tanto buono e gentile con Lucio, con Angelo (il padre) era tuo dovere mandare una cartolina appena il piccolo è torna-
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