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Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   un apposito avvocato era stato subito scelto per seguire l'istruttoria e per riferire i particolari che man mano la Famiglia Monteverde veniva ricordando e si accorgesse che potessero avere la loro importanza per le indagini. Ma le indagini «sommarie e durate quindici giorni» non dettero nemmeno il tempo, materiale, e la possibilità alla Famiglia Monteverde di orizzontarsi e di rappresentare...
   Passarono i mesi; èssendo nella istruttoria gli estremi non contestati per la denunzia, in un consesso di avvocati, (sentiti dei penalisti di alto valore, si venne nella determinazione di presentare «dfeWwnzia per favoreggiamento»; fu compilata la denunzia; ma l'avvocato incaricato di portarla a mano al Sig. Procuratore della Repubblica e sentire subordinatamente il suo parere noni ritenne più opportuno l'inol-fi'o. I mesi passavano. Pertanto consultatomi con il mio avvocato fui costretta a provvedere l'inoltro direttamente; non fu possibile che il mio avvocato, residenti in Alta Italia, spiegasse a voce il perché della denunzia. Questo a torto può essere sembrato irriverente. Questa deriunzia non ebbe nessuna risposta. Un susseguente «foglio di lumi» ebbe lo stesso esito. Nessuno mi chiamò per sentire le mie ragioni. Non furono chieste spiegazioni agli avvocati.
   Qualche giornale disse che il dibattito avrebbe messo alla luce tutto; dall'altra parte «II Mattino d'Abruzzo» ammoniva; può essere pregiudizievole giungere al processo* senza che le verità siano staile a' nate.
   Oggi, come fratello della vittima ho il diritto di chiedere olla jftajia1 se: ^Giorgio, Urbani, fidanzato di mia sorella è stolto o non è sta-t<, t'amante/ della assassina Elisa De Benedictisì* E se Elisa De Benedio? tis era la sua amdnte, poteva egli non temere dall'incontro delle dwfc donne? Perché egli non è accorso? Ma se lui già aveva detta (quando mia dorella aveva riferito che Elisa voleva farla entrare in casa per fargli vedere i gattini) «ti proibisco d>i salire quelle scale»... Eppo% disse a mia mamma.- «'Signora se me la avesse telefonato che Cesarina anima in quel palazzo nonVamei fatta\ andare solasi}, e quando sa thè non si trova perché è asndata proprio Inetta porta attigua Ai Elisa, va a o farsi tranquillamente la barba?...
   Ecco perché ci siamo costituiti parte civile e abbiamo insistito con gli avvocati perché si uscisse fuori del quadro semplicistico del delitto rinvenuto in una camera; oltre quella camera vi sono dei fatti vivi e palpitanti di una bassa cronaca che noi non possiamo esimerci di chiedere che siano vagliati.
   Non per speculazione. Se pur il codice penale prevede che la P. C. si costituisca solo per: «il Danno e) la Pecunia»; si sa bene che se riconosciuto colpevole penalmente anche il sedicente fidanzato di mia so
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