Stai consultando: 'Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo ', di

   

Pagina (89/123)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (89/123)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   io il fatto, afferma che la concessione delle attenuanti generiche sa. rebbe disapprovata dalla opinione pubblica e dalla coscienza collettiva così fortemente commossa dal truce delitto. Avviandosi verso la conclusione, nell'ammirevole attenzione, della Corte e dal numeroso pubblico che è presente in udienza l'Aw. Rossi afferma che la presenza della parte civile non mira soltanto alla tutela del danno materiale, ben piccola cosa di fronte al dolore, all'angoscia della fami-glia Monteverde, ma vuole essere l'interpretazione di un sentimen. to alto e più nobile; il sentimento della solidarietà umana verso l'immane dolore provocato da tanta immane tragedia. Un giudizio che si identifica con l'affermazione e il trionfo della giustizia.
   NOTA: // pubblico si aspettava che l'Aw, Rossi facesse accenno al. la sua tesi giuridica sviluppata netta istanza precedente, prò. nunziata con tanta convinzione invece: «nulla*. Delusione anche da parte dei famigliari della vittima. II Rossi (questa volta) ri. calcò le stesse tesi dett'Avv. Pirocchi.
   Il processo ormai filava diritto verso la meta scontata, perannun-ziata dal «MOMENTO SERA».
   D) La severa accusa del Procuratore Generale
   (Seguita da « II Mattino d'Abruzzo »):
   Dopo una breve sospensione ha preso la parola il Procuratore Generale il quale ha fatto, rilevare sopratutto le innumerevoli menzogne dette alla imputata durante gli interrogatori: mentì -quando volle attribuire alla prima meglie di Urbani morente la volontà che Giorgio la sopsasse, mentì quando telefonò a Cesarina a nome della Rasetti; mentì quando disse di non essere stata alla finestra a parlare con Maria Germani ed a spiare, l'arrivo della vittima; mentì ancora quando disse che uscì di casa per andare a costituirsi perché in tal caso l'avrebbe fatto quando pòi la polizia è andata a casa sua; e mentì mine quando affermò rhe fu la Cesarina ad aggredirla ed a buttarla iii terra, perché laCesarina era molto più debole e piccola di lei-Altri punti oscuri ci sono poi nelle sue dichiarazioni, e dall'osa, me delle testimonianze 'dobbiamo concludere che falsa e anche la sua tesi di aver mutilato il cadavere molto tempo dopo l'uccisione come falsa è la dichiarazione di aver confessato a Giorgio Urbani. Non ci sono attenuanti, neppure generiche perché nulla potrebbe giustificarle, né il suo passato, né il modo con cui ha ucciso, né il comportamento lucoessivo.

Scarica