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Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   samento, per la avidità di una vendetta, per il trionfo di un assetato rancore, per la gioia dell'odio e per la gloria del taglione ...
   Infatti, appena quindicenne, ella s'incontra per la prima volta, pura, ignara, mite fanciulla, con l'amore, ma il precoce colloquio non è che inizio di sciagura ...
   Tradita dal suo sangue e dall'amore, indifesa, anzi ignorata dal. la legge del Pubblico Ministero, che oggi le contende la vita, relitta dalla società umana che oggi la fiuta la vuo^ la reclama nella sua matta bestialità per il suo gusto di rogo. Elisa De Benedictis, non si ribella, non reagisce, non rende ad alcuno il male che le han fatto, non ha deliri di annientamento, fermenti di odio, impeti d'ira, voluttà 'di coltelli.
   Sola e mite, ripeto, piamente, dolcemente come la tradita di «Resurrezione», come Katia, Katiuscha, se ne va alla ricerca di un altro colle di sole e di redenzione ...
   Ma dov'era la vostra legge, Procuratore Generale, la vostra legge fulminatrice, quando costei ebbe bisogno di una forza sociale — giacché lo svergognato padre, la madre indegna e i vili fratelli non là protessero — che la tutelasse, la sorreggesse, la difendesse?
   Dov'erano gli zelatori dell'ergastolo per la donna quando la fanciulla cadeva vittima dell'egoismo di un suino?
   Perché ha avuto un aborto sei o sette anni or sono?
   Fu un aborto non criminoso, tanto che costei fu ricoverata all'Ospedale Civile e da questo riuscì senza denuncia e    ... E' veramente un Fato, un'Ananche quella che fa incontrare una terza volta Elisa con un uomo ammogliato. Con il fatniverato Urbani Giorgio . Gino.
   Il terzo uomo ha due nomi, Signor Presidente- Questo è un rilievo che mi balza in questo istante nello spirito e che simbolizza tutta la j.ersonalità di questo eroe del doppio giucco, campione bilingue, campione della menzogna: Gino inganna Elisa; Giorgio lusinga l'altra.
   Mai mi è accaduto nella mia lunga esperienza professionale d'in, batteimi, o Signori, in persona più sconcertante e ripugnante.
   Repulsivo direi anche tìsicamente, per quel suo fare e per quel suo vestire da manichino della Rinascente, per quel suo sorridere e mentire, per quel suo doppio giucco, che costituisce purtroppo il fenomeno etico più moralmente distruttivo che è scaturito in questo primo mezzo secolo, forse quale frutto intossicato dell'animo umano dopo due guerre sanguinose. Costui è qualche cosa di veramente sconcertante, che ha un poco del Gorizont della «Fossa» di Kuprin, con un senso di Landruismo — lasciale che io coni un pessimo neologi-
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