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Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   orile udienze scorse a scriver sempre qui^ dal principio alla fine, per di lui incarico ed interesse, annotando tutto quello che fei svolgeva in quest'aula e ad eventualmente a tutela di lui.
   Oh, quanto mai si è visto un testimone che viene a rendere la sua verità preceduto ed affiancato da un difensore?
   Ebbene, vi dicevo, che quest'uomo, che con tale sia pure inge. nua quanto eloquente manifestazione vi ha dato la prova della sua coscienza atterrita, questo fortunato briccone, oltre a quella del suo difensore mimetizzato, ha trovato la tutela nella inerzia volenterosa del P. M.
   Infatti il P. M. ha affermato di non vedere in costui nulla di criminoso, nulla di sospetto, nulla di mendace, e lo ha lasciato andar via così, fra l'unanime disappunto, con quella sua aria di manichino trionfatore. Da questo episodio io trarrò una conseguenza logica contro la richiesta dell'ergastolo. (1)
   Io e i colleghi di parte civile siamo, dunque, in piena concordia cai le definizione 'di Urbani e la posizione morale e giuridica che egli ha nella tragedia.
   Pirocchi lo ha definito « il responsabile morale del dramma».
   Rossi vi ha detto: «la causale del dramma si chiama Gino Urbani».
   Io vi dirò ancora Giorgio - Gino Urbani è il «midollo del delitto».
   Elisa, come vi ho detto, non aveva motivo alcuno per non1 credere alle profferte dell'Urbani.
   Cede e si conce'de. ,
   La pubblica accusa, non crede ai rapporti intimi tra i due e sacrificando l'azione penale per falsa testimonianza contro l'Urbani sull'ara della castità ritrosa di costui, con novello stilnovismo si compiace di amore angelicale.
   L'accusa privata, tanto per ingrandire il profondo dissidio che la separa 'da quella pubblica nella concezione del fatto e nelle richieste di diritto, unita solo a quella dal ponte spasimoso dell'ergastolo, vi ha detto che tra i due vi era tresca1 di lidibine...
   A proposito della testimonianza Rasetti aggiunge:
   Io ho il piacere di non aver mai visto questa ripugnante vecchia, falsa testimone, alla quale non .mancherà certo in questa vita ed ol. tre, un castigo della giustizia divina, che sia pur maggiore di quello che soffre...
   ... per affermarsi la sussistenza dell'aggravante della premeditazione, bisogna accertare la presenza simultanea dell'elemento ideologico e di quello cronologico o temporale.
   Ora io verrò a voi o Signori per dimostrarvi come in questo tragico caso, né l'uno, né l'altro» elemento ricorrano e che gli indizi ra-
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