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Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

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   dunati nel rapporto della Polizia, rinforzati in questo dibattimento con altri escogitati alVultim'ora dalla parte civile, sono tutti, senza eccezione fatui e inconcludenti, quanto non sono, come vi dimostre, ro, controproducenti ai fini dell'accusa. (1)
   E allora, perché odiare invece dell'infedele, la compagna nell'inganno, che aveva gli stessi motivi di risentimento? (1)
   Cesarinai ed Elisa diventano sorelle sul piano della slealtà del comune amatore. Dovevano sentire pertanto in loro la solidarietà nel dolore e nella vendetta.
   Se non affermerete l'esistenza di una causale ragionevole e proporzionata, per importanza e durata, al delitto^ se non dimostrerete nella sentenza, con argomenti e prove convincenti, che Elisa avesse motivo da tempo e irremovibilmente per odiare colei che ha ucciso, non potrete affermare che l'uccisione avvenne con premeditazione e la vostra convinzione dovrà ritornare, come è accaduto per l'esame degli indizi accusatori, alla formula semplice dell'omicidio, subitaneo commesso pert impeto e a seguito di una colluttazione. (1)
   Ma l'acuzie di Carlo Rossi correva stamane ai ripari e vi prospettava un'ipotesi che riprova come sul punto della sussistenza del. l'aggravante l'accusa si trovi all'oscuro.
   Diceva Rossi : « Vendetta trasversa ».
   Dunque Elisa che odiava e doveva odiare Urbani per punire costui, che non poteva, non si sa perché, raggiungere, uccise Cesarina!
   La proposizione è veramente temeraria e sconsiderata.
   E che rappresenta Cesarina per l'Urbani?
   Quale danno, quale lesione, avrebbe risentita costui, il galante superficiale Don Giovanni, il campione dell!egoismo, dell'egotismo, dell'egocentrismo, con la morte di Cesarina Monteverde? ...
   C'è stato un confronto che poteva dare maggiori risultati se gli fosse stato concesso un po' di respiro.
   Lussuria ancillare o idillio platonico, a noi non importa. (1)
   Quel che] vive e splende nella storia di questo dramma è l'amore di Elisa, là passione di; Elisa, il nuovo edì ultimo sogno di Elisa. (1)
   Legittimo, onesto sogno di ricostruzione per cui ella si avvince allo spregevole Don Giovanni come ad una nuova fede.
   E l'altro, da perfetto sfruttatore di femmine, paga là soddisfazione dei*1 suoi sensi con le promesse truffaldino e i falsi giuri.
   Elisa sempre più cre'de e sorride, all'avvenire, che sarà anche quello del suo figliuolo, perché pensa che avendo Gino perduto il figlio adottivo lo rimpiazzerà, come egli le assicura, con il suo.
   E sono quindi convegni, amplessi, scambi di impegni e di do-ni. (1)
   Risulta dal processo che Elisa ha donato nelle ricorrenze del com.
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