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Delitto e processo della 'squartatrice' di Teramo


Editoriale 'Il Giornale d'Abruzzo', 1954 circa, pagine 120

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ma Corte va definendo con espressioni diverse come quelle di «ap-prezzabile», «congrue», «sensibile...».
   E allora, ditemi, 'da quale giorno avrebbe costei cominciato a pensare di uccidere Cesarina e poi a riflettere e poi a, creare la mac. chinazione della strage? (1)
   L'oratore sulla scorta delle teslimonianz'e dimostra l'assurdità che l'operazione della mulilazione si sia potuta effettuare subito dopo la colluttazione e il delitto.
   Le grida suonanti dalle finestre lasciate aperte dalla Elisa, immediatamente udite dai vicini, crearono un immediato stato d'aliar, me al quale seguì una immediata investigazione. Donne diverse del vicinato, una pattuglia di giovani, i coinquilini, bussarono subito alla1 porta dell'appartamento sospetto e si verificò dalle 18,30 circa alle 20 circa, ora nella quale rientrò anche lai padrona di casa Saccomandi, un andare e venire di gente e le visite si susseguirono per quasi un paio d'ore e nessuno più perdette 'd'occhio la sospettata Elisa De Benedictis che per giunta fu vista uscire due volte e recar. si verso la strada che porta alla Questura e/ poi tornare indietro.
   Dunque, ella ebbe appena il tempo per dare una riordinata, una pulita alla casa e a sé stessa, per nascondere il cadavere sotto il letto; mancò assolutamente il tempo materiale per operare là mulilazione per la quale ebbero ad occorrere un tempo e una tranquillità non indifferente.
   Sopraggiunto verso le 20 l'Urbani vi fu il colloquio 4 che non può essere negato —• sostiene il difensore — senza oltraggio alla verità. Risulta pacificamente che Elisa telefonò dopo il fatto all'Urbani nel. la di lui casa e non lo trovò.; Maria, la serva, racconta.
   Ciò fece indubbiamente per confidare a lui l'accaduto. Ora è ridicolo pensare che una volta giunto per suo conio l'Urbani in casa Saccomandi e recatosi da solo per telefonare là dove trovavasi anche sola l'Elisa, costei, che l'aveva chiamato, non gli avesse confidato tutto e là sua volontà di costituirsi, come aveva già provato di fare.
   Fu in quella circostanza che il satanico Urbani le sconsigliò di costituirsi e la esortò a continuare a negare e\ a cercar di nascondere bene il cadavere.
   E fu dopo il colloquio rapido, ma esortativo con Gino che Elisi, rimasta sola in casa dalle 20,30 o 21, alle 22,30, si decise a nascondere il corpo della Monteverde, già provvisoriamente riposto sotto il letlo, dietro la petliniera e poiché l'angustia del vano non lo soppor. tàva a ridurlo di proporzione, depezzandolo.
   Il difensore afferma che essa superò il ribrezzo dell'azione agendo in una specie di automalismo, determinato dalla paura per quel
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