Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.
ni di reclusione per il reato di vilipendio del cadavere che restan^ assorbiti dalla pena perpetua di ergastolo per il delitto di ornici^ dio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà — pena che v^ aggravata (art. 72 e. p. p.) con l'isolamento diurno, che nella fattis specie la Corte stabilisce per la durata di un anno. Non ritiene 1^ Corte concedere le attenuanti generiche, per la gravita dei delitti 4 per la spietatezza nella esecuzione e per il contegno veramente cini% co e sprezzante tenuto; non ha dimostrato alcun pentimento; tutt^ ciò mal si concilierebbe con la concessione di un beneficio che fa^ rebbe gravemente spostare la durata della pena.
Inoltre alla imputata fanno carico le spese processuali, quelle di custodia preventiva, nonché quelle sostenute dalle parti lese, costi--tuitesi parte civile. Circa ilj risarcimento dei danni cui pure è tenuta l'imputata, pensa la Corte che debbono liquidarsi in separata sede, e di non avere neanche gli elementi per accordare la chiesta provvisionale. Il pagamento delle spese di costituzione di parte civile ed ono. rario della difesa che tassa e liquida in L. 201 mila per Ferdinando. M., ivi comprese 200 mila per onorario difesa; L. 200 mila per An-nunziata M. per onorario difesa; in L. 101 mila per Alberto M. ivi comprese 100 mila per onorario difesa; in L. 201 mila per Giulio M. ivi comprese 200 mila per o« d. e in L. 101 mila per Vittoria M. ivi comprese 100 mila per onorario difesa.
NOTA: Quanto sopra non è che il sunto, la trascrizione delle frasi più interessanti della precisa e lunga sentenza stillata dalla Corte di Assidi di Teramo il 26 giugno 1953 a firma del Presidente Domnico Ruso e del cancelliere Nardi.
Il lettore deve tenere conto che per ragioni di spazio non è stato possibile dare al sunto quella precisione e logica consequenziale esistente nel testo originale.
D) Ci sono molte verità da portare alla luce
(Da una intervista col fratello G. M. della vittima, comparsa su «II
Paese» del 26-7.1953):
Roseto degli Abruzzi, 25
Calmatisi alquanto i commenti dell'atmosfera nervosa ed irrequieta che si era creata nella nostra provincia per il processo di «Elisa la squartatrice», abbiamo creduto opportuno incontrare il Doti. Giulio Monteverde, fratello della vittima, allo scopo di conoscere il suo pensiero ed il suo parere su quello che è stato lo svolgimento e l'epilogo del processo stesso. LI Doti. Monteverde, in qualità di fra-
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