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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto! Questa pubblicazione comprende una rassegna stampa e gli atti del processo di uno dei più efferati delitti che sconvolsero la città di Teramo nel 1952.
si è costituito il Rag. Carlo Alberto Monteverde, fratello della vittima. Questi dopo il decesso del suo patrono, che tanto caldamente si battè nel processo di 1° grado, per la tesi dei « due colpevoli penali » assieme all'avv. Prosperi, ha scelto come suo avvocato Augusto Bas-sino, suo conoscente e patrocinatore in Cassazione. Tale avvocato ha finito per rappreentare tutta la Famiglia Monteverde. Infatti si è ritenuto complicato fare costituire i vecchi genitori, e tanto meno la sorella Vittoria in puerperio. Il fratello Doti. Giulio non si è potuto costituire perché if suo avvocato, Conte Prosperi Flaviani del Foro di Padova era impegnato in cure ed ha chiesto e non ottenuto il rinvio.
(Da «II Tempo » del 3 agosto 1954): ... Urbani ... è stato costui la causale del tremendo delitto, contro lui hanno inveito tutti, sia pure per opposti motivi: la Difesa; per reperire da questa circostanza qualche attenuante generica con cui evitare l'ergastolo; la P. C. per accomunare in una giusta sorte di espiazione sia Elìsa che Giorgio. Il P, G. ha controbattuto che per chiare prove induttive Urbani non poteva essere incriminato. Questi non era presente al processa ma i colpi di maglio deve averli sentiti anche a distanza... Il Presidente ha ripetuto che ogni azione nei confronti di Urbani è di pertinenza del P. G. L'Aw. Brigiotti insiste nel dire che non possono trascurarsi le circostanze che riguardano l'Urbani anche se perseguibili in altra sede ed addebita a lui il reato di: occultamento di cadavere e di falsa testi-monianza e concorso nel vilipendio del cadavere. Per questo grave fatto occorrerebbe davvero un supplemento di istruttoria... anche se parte dei reati potrebbero essere estinti per amnistia...
La Corte escludendo l'aggravante della crudeltà e concedendo le attenuanti generiche, ridusse la pena dell'ergastolo ad anni 28 di cui tre condonati. La De Benedictis pertanto, avendo già espiato due anni, dovrebbe restare in carcéreper anni 23, salvo futuri decreti di clemenza,
Gli struscici polemici del processo:
«II Tempo » .del 27 luglio 1954, nella cronaca regionale Abruzzese, scriveva che l'Aw. Pirocchi aveva rassegnato il suo mandato per divergenze di vedute con i familiari della vittima. Il quotidiano « Roma » del 31 luglio pubblicava un chiarimento del Dott. Monteverde Giulio in cui si specificava che lui e la madre; avvertì in data 2 luglio *1954 l'avvocato che erano impossibilitati a reincaricarlo. Infatti la faqÈladre per ragioni di salute non si costituiva. Il dott. Giulio lamentava' .di avere ricevuto in risposta una lettera poco riguardosa e ne gjue'cièva l'autorizzazione a pubblicarla ; tale richiesta non ebbe ri-.éposta.
Invece a sua volta l'Aw. Pirocchi faceva pubblicare da.«Il Giornale d'Abruzzo » - 1. agosto 1954 una lettera in cui diceva che non aveva voluto mettere la sua intelligenza e coltura giuridica a servizio della tesi, della incriminazione dell'Urbani non autorizzata dal fatto,
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