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Statuti del Comune di Teramo del 1440
Testo originale
Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   L1UER QUARTIJS. 221
   narmn Perusii et Aretii et earum et unius euiuscunquo ipsarum comitatus sint seinper et ornili tempore exempti liberi et iminunes ab omni solutione gabellarum et da-tiorum prestatione et pedagii et ab ipsorum onere et exaetione in Civitate Terami eiusque districtu et in ipsa Civitate et districtu possint et valeant mercantias et mercimonia queque libere contraliere et uegotiationes exercere et per cam et eius distrietum extraliere absque aliquo onere solutionis pedagii et gabellarum predieta-ruin et prestatione datii vel muneris cuiuscunque. Et presentem assisiam volumus inviolabiliter observari, assisia aliqua capitulo sive ordinamento loquente in contrarium quomodolibet non obstante.1
   De.plaleis a porta sancti francisci usque adportam Querrpieti per pontiearios mundandi - Rubrica CXXXVI.
   Assisiam facimus quod omnes et singuli bomines et persone adiacentes liabentcs ac etiam possidentes apo-tliccas et domos in tribio Terami proprias vel conductas incipiendo a porta S. Erancisci et finiendo ad portam Sancti Petri de porta Querqueti 1 et bine inde prout platea protenditur ab una dietarum portarum ad aliain teneantur et teneantur prò honore Civitatis et fori onini die Vencris in sero mundare sive mundari facere, vidc-
   ' Questa rubrica ci attesta i privilegi, di cui godevano in Teramo i Perugini ed i Toscani. Ciò accadeva perchè essi vi facevan fiorire l'arto della lana, che ora in quo' tempi la nostra maggioro industria, siccome narrano i patrii storici e noi puro abbiamo raccontato nel suddetto Studio (Purte VI economico, Arti c mentirvi: Lanaiuoli).
   1 La porta S. Francesco dovea esser quella clic, noi pressi della Chiesa di S. Francesco, orgevasi tra le caso ora Urbani e Savini e di cui un'antica imposta scurgesi tuttora addossata al muro di quest'ultima. Della porta del Querceto noi troviamo notizia nel Meati (Dial. I, in fine), il quale, chiamandola della Quercia, la dice già esistente presso la piccola Chiesa di S. Pietro (ora non più in pioili) e non lungi da S. Spirito, a mezzodì della città. Insomma questa rubrica obbliga i cittadini abitanti nel Trivio e nelle duo Piazze a nettar quello o queste il giorno antecedente al mercato che tenevasi di sabato e durante la stagione calda. Da ciò si scorge che a' nostri magistrati d' allora era più a cuore la igiene che la pulizia.