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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 1

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 204

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   lonnalo , ed altri frammenti ti' iscrizioni esistenti nell' anzidetto pavimento , rileviti dal Brunetti , indicano clic, uu tempio de' Gentili l'ossesi convertito in Chiesa ne' primi tempi della Cristiana libertà . li qui come perdonarla a Monsig. llo»si , il quale mal soffrendo il melanconico aspetto di quelle colonne , ed i mali trattamenti che il tempo vi avea operato , applaudendosi di volere rimodernare la sua Chiesa , ad esse sostituì quei grossolani pilastri , i quali occupano uno spazio smisurato , per poi non sostenere più che mia misera volta ? Quelle povere basi , fusti , e capitelli che non rimasero rincalzati dal fabbricato nuovo , giacquero lunga pezza ammucchiati nella Piazza inferiore , tinche furono 1' uno dopo 1' altro rubati , per essere alla rinfusa impiegati . 1 fusti meglio conservati servirono per pietre da olio , e si riconoscono ne' magazzini di varie famigbe . Un solo , colla sua base , è rimasto in sito pubblico , ma spoglialo dell' incanncllatura a colpi di martello, cioè avanti il Convento de' Cappucini , e serve di base alla nuova Croce di ferro , che ivi circa il 1778- fece ergere il P. Gesualdo da Teramo . I marmi più lini , clic adornavano la Chiesa , somministrarono il materiale del nuovo Altare maggiore. Quantunque però non è da mettersi in dubbio, che il Duomo attuale non sia stato ne' dì rimoti un tempio de' falsi Numi ; quell' Asiluin Juuoni, scolpito in un marmo rotto del suo pavimento , non basta per dimostrare che desso appunto era alla gelosa Diva dedicato ; giacché potè quella lapida esser tolta da altro sito della Città , ed ivi impiegata in qualche anteriore rifa.,ione del pavimento . In fatti Riccanale ( Topografi. pr. Giordani ) pone il Tempio di Giunone Lucina non lungi dalla diruta Chiesa di S. Stefano . E Monsig. Fabricj ( Alias, ctc. a Gregor. XIIJ. p. 174. ) opina che il Tempio di cui si parla fosse stato ad Apollo consacrato : Cujus ( Apollinis ) Templum ajuut ibi J'uisse ubi lame est Ecclesia Cathedralis , S. Maria Major nuncupata : alla quale opinione sembra clic il Delfico desse qualche peso coli' osservare che fossero tuttavia in piazza varj Leoni di antica scultura , serviti forse di ornalo al detlo Tempio . Che che ne sia peiò , il citalo frammento ci rende sicuri del (ulto qui prestato a Giunone: ed una piccola Statua di Apollo Pizio, la quale si consona in Casa dei Sigg. Delfico , egualmente ci accerta del culto di Apollo .
   Che Vesta , altrimenti Rea e Cibele , ptir fosse dai nostri gonzi Padri adorata , ne abbiamo la pi uova nell' iscrizione , riportata dal Delfùo alla pag. n5. Quel SAC. MATR. MAG. VEST1NAR. altro non dinota che 1' immaginata figlia del Sole , moglie di Saturno , e madre di Giove , di Nettuno , e di Plutone, detta perciò la grande, la buona , la sacra Madre degli Dei. Quando consideravasi come Dea del fuoco chia-mavasi propriamente Vesta, e sotto-questo rapporto ad altri non apparteneva fuor che alle Vergini il celebrarne i misteri.
   Un fiamniento ili altra iscrizione , dall' anzidetto benemerito Collettore riportala alla pag. ii4-> spiega quanto basta per intendere che delle Matrone ristorarono la statua della Dea Eeronia , il cui tempio era a due miglia da Teramo in un' amena campagna all' occidente del fosso «lei Ces-• so , ove lai frammento fu trovato , e dove si veggono ancora gli avanzi ile' bagni sacri . Nel musco del Sig. Montorj puossi ammirare una bella incisione di Esculapio sopra agata venata , rinvenuta presso Rapino . E nella collezione del Sig. Ciafiardoni di Giulia un Mercurio , di esimia conservazione in bronzo , trovato nelle adjacenze di Castro .