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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 1
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 204
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vennero. Capitali di due. vasti e ragguardevoli Ducali . Neil' istituzione de' Duchi si uniformò Alboino alla nuova polizia , clic poco avanti avca in Italia stabilita Longino . Era a costui piaciuto abolire la divisione per Provincie , punto non alterata ne dai Goti , nè da Narsetc : e soppresse le cariche di Consolare , di Correttore , e di Preside , inviati avea in ogni Città , e lino nelle Terre di qualche considerazione , un Governatore col titolo di Da ¦ . ca , ed un Giudice , dalle decisioni de' quali non ad altri era permesso appellare che all' Esarca . N' era risultato un numero assai grande di Ducati , ma tutti meschini . Si fatto indebolimento delle forze governative facilitò le conquiste de' Longobardi . Costoro non furono ]>erò così stolli da circoscrivere i Ducati di loro, fondazione entro troppo angusti confini : ed ampj piucchò mai gli assegnarono ai tre , de' quali ho fatta espressa menzione.
Non godè gran tempo Alboino di sue fortune , perchè jioco dopo d' ave- • re espugnata Pavia, rimase ucciso in Verona per opera e j>cr vendetta di Rosmonda sua moglie : dopo di che i Longobardi proclamarono Ile Clefo , principe crudele , assassinato anch' egli da un famiglio di Corte , dopo un' anno e mezzo di regno. La morte di Clefo presentò ai Duchi 1' opportunità di rendersi indipendenti , e veri Sovrani de' rispettivi Territorj , durante il decennio, in cui i Longobardi non ebbero Re , stante la tenera età di Autari figlio di Clefo. Un' usurpazione fu questa , cui nè Autari gridalo Re nel 584- nè i suoi successori giunsero mai più à perfettamente rimediare . Confessa Paolo Diacono ( de gest. Longobard. lib. a. cap. 3a. ) tuttoché Longobardo d' origine , che per 1' ingordigia di questi Duchi vennero uccisi molti nobili Italiani , e tassati i popoli del terzo del prodotto de' terreni . Aggiungasi le baruffe e le sorprese tra i Longobardi ed i Greci , i quali si sostennero in Roma , in più luoghi forti mediterranei , ed in varie Città marittime : qualche persecuzione sul punto di Religione per parte de' Longobardi , in allora per lo più Ariani , ed in parte anche Idolatri ; e non sembrerà esageralo ciò che S. Gregorio , scrittore contemporaneo , dice nel libro terzo de' Dialoghi » Si veggono spopolate Cillà , fortezze abbattute , » Chiese incendiate, Monisteri di uomini , e di donne abbattuti , intere canili pagne abbandonale dagli Agricoltori ce. ed ora osserviamo occupati dalle » fiere tanti luoghi , che prima contenevano una copiosa moltitudine di por-» sone » Sotlo Autori mancò jioco che il Regno de' Longobardi non crollasse per la lega con' hiusa fra 1' Impcrator Maurizio , e Childcbcrto Re di Au-strasia , ossia della Francia Orientale , le cui truppe serj guasti dettero all' alta Italia , ma riuscì od Agilolfo , proclamato Re dalla Dieta Longobardica nel 5qi. ( perchè «elio in isposo da Teodolinda di Baviera , di Religione Cattolica , Vedova di Autari ) di pacificare Childebcrlo : ond' è che per 1' avvenire i Loti gol» rdi si risero de' deboli sforzi de' Greci Monarchi . Andiamo debitori alla mentovata pia Principessa di aver rendulo Agilolfo benevolo ai Cattolici , e di avere infine indotto a divenir tale lui stesso : il che non si può dire quanto forte impulso desse alla successiva conversione de' Longobardi alla vera credenza .
Facciasi ora un conto prudenziale , e trovcrassi che dal 4io• fino al 671. o circa , nell' intervallo più o meno di 161. anni , i nostri poveri paesi furono preda , dodici o tredici volte , di conquistatori e di riconquista-tori , gli uni più degli altri disumani e distruttori. Chi conosce la maniera , onde faccYansi in quei tristi tempi le guerre , lungi dal meravigliarsi