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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 1

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 204

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   mondo . Dopo lungo , o glorioso regno ebbero fine i giorni di Liutprando nel 'jjp- ° ne'prineipj del n\.\. Rimase dunque solo Ildebrando , se non « he st orsi solo pochi mesi , fu dai Longobardi deposto , e salutalo Ile il Dura del Friuli di nome llacìùs. E degna di attenzione una delle leggi ( Lib. 2. tit. ubi interdicturn sit Legatimi alieni mitterc ) che Uachis promulgò nel 74<>., colla quale sotto pena di molle interdisse i messaggi a Spoleto ., Benevento , Roma , Ravenna , e ad altri paesi sottoposti a Principi stranieri. Non può dirsi che Spoleto e Benevento non fossero parte integrante della Longobardica Monarchia : dee dunque credersi che il contegno dei due Duchi ingerisse gelosia a Raehis. Dopo cinque anni di regno , con raro dislacco , prese questi nel 7/jt>. spontaneamente 1' abito monastico dalle mani di Papa Zaccaria , ed andò a rinchiudersi in M. Casino. Sali allora sul Trono Astolfo di lui fratello, il quale avido «li stendere le frontiere del Regno, s' impossessi» di Ravenna e del suo Esarcato , e minacciò far lo slesso di Roma . A distornelo non valsero le preghiere e i regali di Stefano IL, i risentimenti dell' Imperato!- Costantino Copronimo , e la mediazione di Pippino già riconosciuto Ite de' Franchi . Ma ben valsero due triste lezioni, che a lui diede Pippino avanti Pavia ; ond' è che nel ^55. venne obbligato a restituire il mal lolto . Lo sconsigliato Astolfo sopravvisse un anno a lauto scorno , e caduto da cavallo in una caccia , dette luogo a Desiderio Duca di montare sul trono nel 7^7. dopo aver superate non lievi dillicollà . Neil' interregno , ovvero nel secondo assedio di Pavia del i Duchi di
   Spoleto e di Benevento si posero sotto la protezione, o piuttosto sotto la sovranità «li Pippino ( ISIurat. ad an. 758. ) ed ecco perchè niuna parie ebbero i He Longobardi nell' elezione del nuovo Duca di Spoleto . Ecco pure perchè Stefano lì. suggerendo a Pippino le misure per tenere a freno Desiderio, gli scrisse fra le altre cose : che i popoli de' Ducati di Spoleto , e di Benevento a lui si raccomandavano . Avevano in falli detti popoli bisogno d' implorare la protezione del Re de' Franchi , dovendo prevedere che Desiderio non avrebbe tollerato il loro smembramento dalla sua corona . E così fu. Passando per la Peutapoli , cioè per Fano , Ancona , Umana , Osimo eie. con buon esercito nel 708. imprigionò Alboino Duca di S,H»leto, e costrinie Liulprando Duca di Benevento a rinserrarsi in Otranto . Cosa soffrisse in tale emergenza il Contado Aprutino , noi saprei dire . Non la ruppe perciò Pippino con Desiderio, il quale ben presto associossi al Regno Adelgiso suo figlio .
   Covavasi frattanto tra Desiderio e Carlo figlio di Pippino , poscia soprannominato Magno , qualche rancore pel ripudio, che il secondo avea fatto della moglie Desiderata , figliuola del primo , e per 1' asilo dato da Desiderio ai figli pupilli di Carloinanno , dallo zio Carlo sj»ogliati del regno. Si aggiunse un' ingiusta aggressione che Desiderio fece sulle terre della Chiesa Romana , e la minaccia di occupare Roma stessa ; ond* è che Carlo prestò volentieri gli orecchi alle istanze, che fecegli Papa Adriano I. perchè volesse liberarlo una volta dalle molestie de3 Longobardi . Cieco nel gran pericolo , ricusò Desiderio ogni accomodamento , e non avendo saputo contraltare ai Fr -iicesì il passaggio delle Alpi , si chiuse in Pavia , ove fu tosto bloccato nel 773. Mentre ancora il blocco durava , Carlo andò a celebrar la Pasqua del 77^. in Roma , accolto coi possibili onori da Adriano . In quel-1' occasione confermò alla S. Sede la donazione che Pippino avea fatta dell' E-