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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 1
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 204
ire e cogli nitri pontificali arredi , ergevasi un fascio di scndi , clini , lori-clic bandiere , e di armi , «.he chiamano bianche : strano rito , e disdicc-vole all'islnimenlalc Sacerdote, ed alla vittima secondaria del Dio della pace ! Fu successore di Ugone GUIDO I. Vescovo ( tra i conosciuti ) XII. Cli' ci fosse promosso avanti lo 6piiare del Secolo , e che penetrasse nel seguente ; lo abbiamo dalle poche memorie che di lui Ughelli tiovò nel Cartolario mi 1100. e nel noi : quo tempore piura bona ab Odemando Transmundi filio , et Baynerio Si/ridi Episcopio //prut inaisi dono sunt data .
CAPITOLO XXV.
Avvenimenti del Secolo XII. fino alY elezione di S. Berardo al Vescovato A prut ino . Vescovato di Uberto.
Nel Luglio del ifcoi. morì Ruggieri Conte di Sicilia , lasciando nella tenera età di quattro anni un figlio dello stesso nome , che vedremo divenire il fondatore della nostra Monarchia . Mollo non dovè tardare a seguirlo nell1 eternità il Vescovo Guido I. giacché nel iio3. si trova in chariula Gurberii, UBERTO Vescovo ( trai conosciuti ) XIII. A lui Gisone tiglio di Raincrio nel iio5. donò una pai te di Collevecchio ( Ughel. in A prut in. ). Mi duole che il citalo Autore non abbia inseriti per esteso questi due documenti , dai quali avremmo potuto attingere schiarimento maggiore su di ima storica verità , di cui il primo indizio ci fornisce Cariala quod fecit Acio filio Joanni , et Odcmwulo de Isola , et de Pretetulo , ceunata dal Delfico^ p. 25. ) : e si è che i Normanni di lla prima invasione non si mantennero lungo tempo nel possesso del nostro Contado . Essa contiene una donazione , e conferma di beni Episcopio S. Marie de Apruiio , qui est edificato in loco ubi Interamne vacato , fatta probabilmente nel Vescovato di Guido I. colle seguenti note cronologiche : Ab Incarnationc Domini Nostri Jesu Christi anni sunt mille centesimo primo , et regnante Donino Enrico gratin Dei Imperator , et dies Mense Decembris per indictione octava . Non sofistichiamo sull' Indizione , la quale avrebbe dovuta esser la decima , entrata al i. Settembre noi. , perchè nulla più variabile della maniera di contare le Indizioni in quei tempi , chi servendosi della Pontificia , chi della Greca , chi della Cesarea . Oltre tali varietà , hanno osservato uomini dottissimi che spesso nei monumenti anche più sinceri , 1' Indizione sia erronea , tanto per isbagli o negli originali o nelle copie , quanto perchè i Notai contavano a lor capriccio le Indizioni . Vedi Pagi ( an. 85o. ) Ma-Lillon ( de re dipi. p. 178. et 179. ) Petavio ( de doctr. temp. tom. 3. lih. II. Cap. 4i. ). L'essersi usato l'imperante di Errico, IV. trai Re , III. fra gì' Iuijieratori , è un segno indubitato che riconoscevasi 1' alto dominio di lui ; tanto più che presso i Cattolici non sudditi egli era riputato scismatico , e. non legittimamente coronato . Ma chi potè ritogliere ai Normanni la Contea Aprutina ? Non furono certamente i Papi , anche perchè troppo tempestosi passarono i Pontificati di Vittore III. di Urbano II. ed i principi di Pasquale IL, e troppo interesse avevano a tenersela coi Normanni , perchè pensassero a far valere i loro diritti, di qualunque peso essi fossero . N011 sarà sospetto temerario il pensare che Guarnieri , aperto par-