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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 1
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 204
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Princ. Langob. p. a85. ) c Giannoni ( li)). 8. cap. 2. ). I Conti de Pa-learua tennero l'orse la Signoria di tutta la Valle Siciliana , cioè degli al-tuali Cornimi di Tossieia , Isola , Castelli , e Castiglione , o ad un dipresso. Or che S. Berardo fosse della loro stirpe ce ne convince: 1. una tradizione così viva , c\iv> Pagliara è meno conosciuta col proprio suo nome , che con quello ili Paesxt di S. Perniilo . I quattro Villaggi , che componevano il Comune di Pagliara , da tempo immemorabile hanno per Protettore 4110110 principale S. Berardo, ed. anch'oggi usano tutti quei naturali di assistere, alla Messa nel i<). Dicembre. Godevano per lo addietro totale esenzione dalle gabelle nelle fiere e ne' mercati di Teramo . E se in Città iucontra-vasi a venire il Camerlengo di Pagliara mila festa del Sauto , lattagli cingere spada sopra il ruvido giubbone , davaglisi posto in Chiesa trai Signori del Magistrato . 2. Se nini si fosse trattato di Nobile viciuo u Teramo , e che i Teramani non avessero molto ben conosciuto, non sarebbe avvenuto che tutto il popolo lo avesse instantemente , ed all' unanimità ìichiesto per Pastoie : timi quia Mastri genere , et natalibas clarus erat , tutu quia suo tempore ncc honestate inorimi , nec praerogativa virtutum in conjinio xibi similem decernebavt . 3. Il Santo prima ili vestire 1' abito monastico aveva fatta ampia donazione al Monastero ili S. Salvatore ai Castelli , silo nella Valle Siciliana , nella quale probabilmente comprese tutta li» sua quota ereditaria . No fa fede la bolla di Pasquale II. pubblicata dal P. Loreto Malici , Abbate di delto Monastero, nelle sue illustrazioui alla Cronica Cassinosi? di Leone Ostiense ( addii. Lib. 4- cap. 7'J. }. Si fa dire ai Pontefice che ai giorni suoi il Monastero di S. Salvatore de Castro Castel-lunux, mdlius Diaecesis , Vitllis Sicd'uinac in Pmvincia sfprutii , per industria dell' attuale Abbate Amico , e di Bernardo , e di Benedetta ili lui predecessori , in die fa Provvida Vallis Sicilianae , crasi rinnovato e ristoralo , ac bonis mobilibus et stabtlibus faeudalcbus , et burgensaticis , mori-ttineisr, montibus , silvis , pascttis , herbagiis , molendinis , aquis , aqtta-rum decursibns , collectis S. Marine, vassallis, vnssallorumquc reiklitibus 7 Jructibus , censibus, et firoventibiK omnibus , haerrditario jure relictis , et donata prò dote , et thtis nomine a venerabile Fruire nostro Berardo T mine Episcojyo A prillino , ile Comiiibits Paline aureae , et per eumdein dotatum , ornatimi , et conirmaiitmn , ne per Nos , prai-stante Domino , dedicatimi , et apprestatimi. Tanta roba non poteva esser donata tutlo in un colpo che dal Dinasta territoriale . Confesso che io ho por apocrifa questa bolla. Quell' in Provincia sfprutii ii> un diploma del 1117. benché I' Apruzzo fosse tuttavia ristretto alla regione di quà dal Volitano : quella filza di ablativi tanto in uso ne' secoli seguenti , tutti spiranti piena feudalità , no» escluse le collette di S. Maria , quando la feudalità era tuttavia infante : quel dirsi Amico Prete Cardinale della Chiesa Romana nel coijìo della bolla ; mentre a lui non si dà questo titolo nel principio di essa ( per tacere altre non meno gravi difficoltà ) scuoprono abbastanza la falsità . Chi sa pure che il P. Abate nel pubblicarla 11011 1' abbia a suo talento ritoccata? Ei prima di presentarla si dà carico della vita di S. Berardo fotta imprimere da Montesanto , e ne riporta un bel tratto, con quel Coniitmn Palle-aureae . Era un meglio accreditar la bolla col farla comparire col de Co-mitibus Paline auivac . Nulla però di meno io credo vero che S. Berardo segnalasse la sua munificenza a prò del Monastero di S. SaUalorc . Sembra