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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 1
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 204
CAPITOLO XXX.
73
Distruzione , ed incendio di Teramo. Torbido Regno di Guglielmo I.
Che Teramo , in tempi da noi non mollo rimoti , fosse stala distratta , non per lento e progressivo decadimento , ma per violento colpo di mano , e quindi rifabbricata in parte sull' area dell' antica Città , ed in parte sul piano clic le rimaneva a Ponente; si è scorto abbastanza nei Capitoli V. c XII. Di qui quella mancanza di proporzionate fondamenta , quel!' insudiciente mistura di calce , quel grossolano e povero modo di fabbricare , che saltano agli occhi ogni qual volta si ha bisogno di diroccare qualche casa non ancora più solidamente riedificata , e che danno a divedere una necessità la quale ebbesi un giorno di rialzare le abitazioni con mezzi insufficienti . Che una delle forze impiegate per la distruzione fosse stato il fuoco , ne siamo assicurati dalle tracce di questo. Sopprimendo altre pruovc, una ne addurrò a tutti palese , e che ebbi cura di verificare co' miei occhi . Cavandosi le fondamenta del nuovo quarto di casa de' Sigg. Muzj verso la strada del corso nel 1819. solto 14. palmi di riempiticcio si trovò una colonna scannellata, di palmi due e mezzo di diametro , di travertino , ed un Portone di palmi 13. di luce con soglia di un solo pezzo , e stipili pur di travertino . Or non solo tutte queste pietre conservavano nel loro annerimento 1' impressione del fuoco , ma ad esse vicini si rinvennero pezzi di legno ridotti a carbone , fave abbrustolale , e panni bruciati . Della distruzione però e dell' incendio di Teramo accade lo stesso che del Registro de' Feudi sopra riportalo . La cosa è indubitata , ma 1' epoca precisa è incerta .
A rischiarle questo importante punto della nostra Storia , giova il premettere che la catastrofe avvenne certamente nella metlà del Secolo XII. o poco dopo , verso quel tempo medesimo , in cui due altre illustri Città Rari cioè , e Milano subirono un' eguale -sorte . Ce ne. convinceremo di breve dai documenti , che mostreranno gli sforzi che si fecero per rifabbricare , e ripopolare la distrutta Città , e segnatamente dall' Editto del Vescovo Guido nel 1105. Ut haec Civitas Interamiensis , quae depopulata., et destructa est nostris temporibus , restauretur, et inhabitetur : e del Vescovo Dionisio nel iij3; hcec Civitas Terannensis,' quee destructa est nostris temporibw. restauretur , et inhabitetur; laddove un terzo Editto del Vescovo Sasso nel 120-. accenna bensì 1' occupazione , cui eran volti i Teramani in aedificiis mirorum Civita!is , e dà degli allettamenti ut hccc Civitas Teramensis , quee de tanta moltitudùie fere depopulata consistit , tam ab hereditariis quam ab extrancis restauretur , et inhabitetur ; ma non presenta quel nostris temporibus .
Lo Storico più antico , il quale abbia parlato della distruzione di Teramo , è P Autore della Leggenda di S. Berardo nel seguente tratto , che serve altresì di continiibzione alla parte trascritta nel Cap. XXVf. Tempore
nue Guidonis Aprutinorum Prcesulis , anno trigesimo ab obitu S. Be-
:, regnante Rege Rogerio , Teramnensis Civitas quondam Roberti Loroteili Cornitiy bellorum incursionibus , pugnarumque iurgiis , ac combustione ferventi tota combusta est . Et Ecclesia , in qua Sancii Viri corpus venerabatur , eodem ardore succensa , et cedificiis destituì a funtlitus obruit. Prciffltus itaque Guido videns ipsam Ecclesiam ad statum suunt