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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 1
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 204
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pristini mi post tam gru veni ruinnm reduci non posSc , alirtm centina fere passibus a priori dist miteni inchoavit. Dum his , et alia rimi rerum solici-tudine angeretur , et ipsius Berardi Confessoris niinus devote celebruretur memorai , tantum oculorum incurrit dolorem , ui illorum luce penitus carerei, cum ipsi oculi quasi propriis locellis prominentes ex tumore frontoni supeiure viderentur. Qui cum ob ipsam uifirmitatem Medicos per singulas Provcncuis sollicitasset , et eorum canini expertus nulla posset infirmitati in venire iuvamina , inde liberali diffidebat. Demani Divi Berardi siuictita-teni , et ejusdeni celebrationis oblivionem ad mentem revocans , eius mise-riconliarn lacrimabiliter deposcebat . Prostratus itaquc liuiusmodi fwidebat pivces : Deus noster refugium et virtus , adiutor ili tribidationibus , qui me ex rubilo creare , et proprio sanguine redimere dignatus es , non me in ira tua arguas, ncque in furore tuo corripias , ut vita mea misera , et infelix taliter deficiat , sed per Boatissimum famulum tiumi Berardum indili gentile marmili super me imponere cligneris , ut queni in terris , te donante , Patroni , et Pastorelli cognovi ; eundeni intercesson'm te bugiente sentions , eius montar prccilnis liberali. Tutte Sanctus Beranlus octdos eius in proprias sedes reduxit, tic prioris lucis rostituit vigorern .
L' anno trentesimo dalla morte di S. Berardo sarebbe dal Dicembre n5a. al Dicembre del n53. ed il regnante sarebbe stalo Ruggieri . A «[uell' epoca però non coincidono le incursioni , e le guerre mosse dal Conte di Loretello Roberto , il quale non a Ruggieri , ma a Guiglielmo I. si ribellò , come vedremo . Bisogna perciò intendere quell' anno trentesimo non lassativamente , ma indicativamente , ed in circa : e fa d' uopo espungere quel regnante Rege Rogerio . Ni: tale svista dell' estensore dee sorprenderci, avendo egli scritto non prima del secolo seguente , come abbiamo di sopra notato , ed iu tempo , dice il Delfico ( p. 97. ) , in cui le vere epoche de' fatti ciano perdute .
Il Muzj , per quel eh' io sappia , è il secondo Storico, che abbia trattato della distruzione e dell'incendio di Teramo ( Ditti. 1. e a. ms. ). Ecco in compendio ciò eh' ei ne dice . Volendo Ruggieri aggiungere agli Stali , che già possedeva , questa Provincia di Apruzzo , la quale dall' Antipapa Anacleto gli era stata conceduta , e che fino a quel tempo ubbidita avea agi' Imperatori Occidentali ; mandò a conquistarla Roberto Conte di Loretello suo nipote , il quale essendosi con ,>oco contrasto impadronito degli altri paesi , si presentò coli' esercito alla vista di Teramo . Gì' inviti , e le minacce praticate dal Conte perchè il Magistrato si sottomettesse al Re suo zio e siguore : e le insistenze , colle quali il Vescovo Guido premurava 1 Cittadini a cedere , essendosi sperimentati inutili ; si decise il Conte ad impiegar la forza, e Guido stimò bene ritirarsi in S. Flaviano . La Citta venne assediati , e sulla fine del terzo mese dell' assedio , e propriamente nel giorno 10. Aprile 1149. avendo Roberto disposto un falso attacco verso Occidente, gli riuscì prenderla di assalto dalla parte di Oriente. Il feroce vincitore fece passare a fil di spada quanti Cittadini potò aver nelle mani , o tagliare loro in sua presenza la testa ; essendosi però molti salvati col saltar le mura verso Tordino , a dirittura di S. Maria a BUetto . Abbandonò di l»oi al saccheggio ed al fuoco la Città , ed in ultimo fece abbattere, con macchine quant' era al fuoco soprawanzato . la somm;> , tranne due Cappelle della Cattedrale , sopra una delle quali era stato nascosto il. corpo di S.