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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 1

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 204

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   » clic tulio foce mettere a fuoco ctc. « Giudizio veramente plausibile , clic mentre va di accordo colla purgata Storia del Regno , e colla condotta te-nula in quella emergenza da altro vicino potente Dinasta , cioè da Boatnon-do di Tarsia , Conte di Manoppello , come or ora vedremo ; mostra di rispettare le antiche memorie , le quali attribuiscono ai Normanni , guidati da Roberto di Loretcllo , la devastazione di Teramo , per aversi voluta questa serbar fedele al legittimo Sovrano .
   Ultimo a scrivere sulla distruzione di Teramo è stato il Delfico nel Cap. 9. dell' lntcramnia P rei uzia . Ei non ne fa autori i Normanni , ma i Greci , e l'onda il suo avviso sull' autorità di Giovanni Cinnanio ( Lib. 4-2. ) il quale narra clic Roberto di Bassavilla ribelle al Re Guigliebno di lui zio , profittando, della presenza in Italia di Michele Palcologo , di Giovanni Duca , ambedue Sebasti , e di Alessandro , già Signore di Gravina , bandito da Ruggieri e ritirato in Costantinopoli , i quali dal Greco Imperatore Mannello erano stati sjx'diti Ambasciatori a Federigo Barbarossa; ut sibi licerci cum Romanis ( cioè co' Greci ) in Civitnte Piscliarice colloqui , jx'r cosdem expetiit . Quod ubi accepit Palccologus navibus decerti Pischariarn adnavigavit , Voscia interea urbe , quae ad Principem defece-rat , communita . Seti cum rursum Passatila ad Vosciam cum ilio scse collocuturum, nimtiasset , co se contulit ; congressi/qua habito , ac de rebus praisentibus , data acceptaque vicissini fide, operi sese accìnxit , conimelo deinde exercitu , castrarli validum , cui Brantzns ftalus prccerat , oppugnarti aggressus est Ducas . Commisso ibi certamine , hostes fudere /lontani , qui /ugientes insediti una cum iis moenia sidnere . At illi in arreni sese prùnum reccpere. Veruni ut cedificia sua inique consumi , vnsta-tique , et auferri omnia a Romanis conspiciunt , tum vero descendnnt , dominumque stanti Magnimi Jmperalorem proclamant : atque hoc modo castro ilio poi itati tir . Cum inde ad Civit alerti , cui a Divo quodam , qui in ea colitur , Flavianae nomai inditum est , pergerent , poptdares omnes obviam effusi prò agris sttis illos rogant, ac ne quid in se gravius insole-scatur miles , obtestantur, s>-rvos se futuros deitteeps /inperaloris, et quae-cutnquc vellent Romani se facturos poUicili . Dttx ejusmodi benevolenliae illorum grutiam rependerts , per eorum agros , amica et pacate iter fecit. Così la traduzione del Cimiamo fatta da Cornelio Tallio , e corretta dal Du-Cange , dal Delfico riportata . Veramente le Città di Pescara e di S. Flaviano sono due punti fissi , i quali indicano trattarsi qui dei fatti nostri. Ma quale sarà la Città , dal traduttore chiamata Voscia , che il Palcologo fortificò poco dojto eh' ei venne in Pescara , e dove da lì a non molto ei tenne congresso col Bassavilla ? Il Delfico osservando clic il testo ha Bestian, o Vesiian : clic i Greci cambiavano sovente 1' omega in alfa , e mettevano o toglievano a piacere la n ; la erede Vestinon , cioè la Città de' Vestini , ossia Città di Penne . E quel forte castello , cui Brantzus Jtalus praeerat , che si accinse ad investire , e di cui felicemente s' impadronì Giovanni Duca, qual sarà mai? Il eli. A. ricorrendo primieramente al teslo , vi legge. Prun-tzos , Ialinamente Pnatfitis vir Jtalus praeerat . Quindi notando che se si jame avanti a Pruntius 1' alfa , bene spesso dai Greci tralasciala ; legger si potrebbe Apruntius , parola guasta, sia perchè il Cinnamo fosse poco esperto della geografia d' Italia, sia perchè 1' avesscr conotta coloro, che a lui riferirono gli avvenimenti , e che il Delfico vuol posta in luogo di Aprutinus .