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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271
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(irete Canonicus Reatinus , et Guillelnuis de Civitella Ordinis Minorimi , qui din in Curia litigarunt : tandem electionibus de se Jactis libare cesse-runt. ( Ughel. ). Qual' idea aveano inai costoro del Vescovato, se non arrossirono di litigarselo jier lungo leni} o 1 A noi non importa indagare cosa addivenisse del Canonico di Rieti : ma vedremo che se 1' ambizioso Frale non arrivò ad esser Vescovo Aprutino , giunse nel i32i . al Vescovato di Albi nel Genovesato , e successivamente agli Arcivescovati di Blindisi , e di Benevento . Durante lo scandaloso pialo , e propriamente ai i5. Gennajo j317. riuscì a F. riacido , Abbate di S. Angelo in Populis , Nunzio deità Citlà in Napoli , di ottenere , mediante somma sboisata , dal nobile Gui-glielnio Alamanno remissione dell' omicidio di Ugone di lui fratello , commesso dagli nomini di Teramo : come dall' islrumcnto , nell' archivio Comunale. Estinta Irai due Candidati la lite , Giovanni XXII. ai 27. Giugno 1317. citò NICCOLO' degli Arcioni Vescovo ( trai conosciuti ) XXX. Ughelli , sull' appoggio 'del registro Vaticano , lo dice nobile Romano , Canonico di Trani, e consacralo in Curia ( per conseguenza in Avignone , ove Papa Giovanni erasi pur portalo a risedere liti dal precedente Ottobre ) dal Cardinale. Remigano , Vescovo di Sabina .
Non deesi dunque badare al Coletti , il quale ritarda 1' esaltazione dell' Arcioni fino al i322. Da quattro documenti pubblicati da Ughelli, benché zepji di errori grafici e tipografici , si rileva che nel i3i8. e 1319. Arcioni non solo era nostro Vescovo , ma die davasi altrui premura di assicurare e rivindicare i Feudi della sua Mensa . Appartiene al i3i8. una Lettela Regia , diretta al Giustiziere di Api uzzo ultra 'Ilumen Pise a ria; , da Carlo r illustre , Duca di Calabria , unico figlio del Re Roberto , e suo Vicario Generale , Principe di grand' espettazionc , di cui rimangono alcune leggi Irai capitoli di Roberto , e che infelicemente pel Regno prcmoiì al padre in Novembre del j328. Vi si dice che il venerabile padre Niccolò Vescovo Aprutino avea esposto the dai suoi predecessori ciansi possedute , e eh' egli stesso possedeva in feudo a Regia Curia molte Terre e beni , i quali sono enumerati , sub Feudali servii io , seti ado/iamcnto : e che altre Terre e beni , i quali vengono parimenti nominati , trovavansi da altri occupati • Or essendo egli stato de Uovo per Seclem Aposiolicam creato Vescovo Aprutino , avea impegno di essere assicurato , giusta la consuetudine del Regno , dai Vassalli tam Civitatis Terami, quam aliarum Terrarum , Castrorum , et honorum ipsorum . Volendo il Principe condiscendere a tale giusta domanda , dopo avere da Niccolò esalto ligiam homagium , ed il giuramento di fedeltà ; incarica il Giustiziere a procedere alla richiesta assicura-lione , ingiungendogli di ricevere dagli Uomini e vassalli del Vescovato giuramento in prima di fedeltà al Re , ed indi di prestazione e corrisposta al Vescovo de omnibus , in quibus tenentur, et debent . La data è di Averpa , li 20. Settembre , indizione seconda , anno decimo di Roberto : per mano di Bartolomeo di Capita , Logoteta e gran Protonotario del Regno . È questi il famoso Giureconsulto , e grand' L'omo di Stalo , commendato da Giannone.
Nel medesimo giorno 1' Arcioni pagò la doppia Adoa pe' seguenti beni Feudali: Teramum cum Ranone ( piuttosto Raone ) sive Miotto, et aliis per-tinetìiiis Terami, Rapinimi, Lucumen scu Lucum cum casalibus sids, Collevctus cum casali S. Sebastiani, Rocca S. Maria: , duodecima pars