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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Co
   moria. ( di. a. rns. ). » In dello anno ( 1347- ) un certo Berardo di « Malico Ventura di questa (lillà , e Simone suo fratello si sollevarono, ¦» commettendo alcuni enormi (Idilli , per li quali furono banditi , e scac-» ciati dalla Città ; onde costoro in termine di un mese raccolsero il nuruc-jj ro di cento cinquanta ribaldi da diversi luoghi di questa Provincia , c « dell' Umbria , e di Campagna di Iloma , e per la prima ben annali se >3 ne vennero al Castello di Miano , coli' intenzione di cogliere questa Cillà » alla sprovvista, e saccheggiarla a lutto lor potere, e saziar anche gli ap-» peliti colla morto di alcuni loro malevoli . Ma il Magistrato avendo avula ai notizia della lor venuta in Miano il dì 20. di Settembre di dello anno ai fò la notte fare un buon corpo di guardia nella piazza con molle sentisi nelle nelle mura della Città , e la mattina seguente avanti 1' alba fè cac-11 ciar fuori , e spiegar lo stendardo dell' Università , essendo obbligato sotto 11 gravissime pene di seguirlo tulli gli uomini atti alle armi , di modo die 33 in nien di un' ora si ratinarono mille e più giovani annali , ed unitaincn-53 te andarono verso dello Castello , e sebbene Berardo e i suoi seguaci eb-33 bero avviso dell' andata de' Teramani in tempo di potersi salvare , non di 33 meno ritenuti dalla loro audacia, o piuttosto dalli peccati, si fortificarono 33 nella ritirata del detto Castello , ove era ed anche è oggi la Chiesa di 33 S. Silvestro , aspettando i Teramani , i quali subilo che giunsero al luo-33 go , per non dar tempo al tempo, diedero un si feroce assalto, che avallai ti 1' ora di leiza Berardo , ed i compagni furono debellati , ed uccisi tut-33 ti , fuor che otto , i quali volontariamente si resero ai Teramani salva la 33 vita , e venti ne furono per forza presi vivi . L' assalto fu sanguinoso an-33 che per i nostri, essendovi morti molli principali , tra i quali due gioii vani Romani familiari del Vescovo Arcione , del quale poco distante ra-33 gionereino. 1 corpi di Berardo, e del fratello furono riportati nella Cillà, ii e strascinati quasi per tulle le strade , e poi lasciati per due giorni nella » piazza del mercato , ed in ultimo seppelliti nel fosso fuori della porla *> Reale. I venti presi vi\i furono 1' istesso giorno appiccali , quattro per 33 ciascuna delle porte principali della Cillà , e lasciati per due giorni così 33 appesi , e poi seppelliti nei fossi delle porle più vicine . E così ad un ii tempo ebbero fine i loro giorni , 1' audacia , e il temerario ardire di 33 Berardo e fratello . »
   Finalmente Lodovico per la strada di Foligno , Fermo , ed Ascoli pose
   Iìiede in Regno , e pervenne in Aquila con sullicienti forze ai Dicem-
   >re 1347. Furono 0 rendergli omaggio varj Baroni , e segnatamente 1' Acqua-viva Conte di S. Valentino. Uscito da Aquila nel primo di Gennajo 13/j8. ridusse Solmona alla sua obbedienza . Giunto a Castel di Sangro , per eludere Luigi apparecchiato a contrastargli il passo del Volturno , voltò a Benevento per la strada di Morcone , nell' allo medesimo in cui i suoi Capitani si stesero a Vcnafro , Teano , e Sarno . Tanta prosperità dell' Unghero indusse Giovanna alla risoluzione di ricoverarsi negli Siali di Provenza , pe' quali s' imbarcò nella notte precedente al 16. Gennajo, lenendole dietro poco dopo Luigi . Gli altri cinque Regali , cioè Carlo , Luigi , e Roberto di Durazzo , Roberto , e Filippo di Taranto si appigliarono allo sconsiglialo pallilo di presentarsi al Re Unghero in A versa . Ad onta del salvacondotto , nel giorno a3. dello stesso mese , Carlo vi fu senza la menoma formalità giudiziaria trucidato, in espiazione dell' assassinio di Andrea : e gli alili