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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271
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lerabile composizione ammettessero gli uomini di Teramo : qui ad yocem Preeconis , et ad sonum Campana; ad arma congregati, epe concepto et antiquo odio , quod semper senserwit ad honùnes Campii , armata mona , vilirenso totaliter nostro honore , personaliter accetserunt ad territorio, , •Aón/es , et casalia Campii violerUer , et temerarie cum banderiis esplicarti s , in qtùbus trium dierum spatio commorati , more prevdoneo , granane dissobando , vineas incidendo , Montem S. Victorùv ipsius Terree Campii occupax'erunt ( Muzj di. a. ms. ). Tale transazione non ebbe tosto il suo effetto , non si sa per quale cagione. Leggiamo che due anni dopo si fosse la medesima posta in esecuzione , anche per ordine della Regina , la quale vollt* ben anche che si venisse a trattato di pace fra ambidue i popoli . Frattanto i Camplesi per dirimere giuridicamente la questione sulla spettanza della montagna controvo tita , ne introdussero giudizio presso il Giustiziere Giovati ìli Minutolo di Napoli , e ne riportarono due sentenze favorevoli ; una pel possessorio, l'altra pel petitorio. ( Arch. Civ. Campi. ).
In obbedienza al volere della Regina , 1' Università di Campii ai Novembre 1371. costituì suoi procuratori il Giudice Matteo di Ventura Compagnone , e Buzio di Ser Francesco , affinchè potessero trattare colla Città di Teramo , coi nobili Sir Tuzio di Matteo de Melatino , Galarduzio di Antonello de Melatino , e Massio Fredi : con facoltà di quietare le dissensioni insorte , rimettere le ingiurie , e far si che il Comune di Teramo , ed i tre anzidetti rinunciassero per sempre alle pretensioni sulla montagna di S. Vittoria ( Ib. ). Ai 10. del seguente mese venne la pace conchiusa , avanti la Chiesa di S. Angelo di Castrogna , con rogito di Notar Buzio di Giannuzio di Campii tra Antonello di Sir Trasmondo Sindaco di Teramo , e procuratore dei nobili Uomini Massio Fredi , Cicco di Taddeo del Sig. Francesco de Melatino , e Berardo di costui fratello , da una parte : ed il nobil Uomo Buzio di Ser Francesco , Sindaco di Campii , dall' altra . Si rimisero scambievolmente le offese fra le due Comunità , ed in segno della ristabilita concordia , dice 1' Istrumento che tutti si baciarono scambievolmente con bacio di pace . Furono rinunciali a favore dell' Università di Campii le pretensioni sul monte di S. Vittoria : ed essa rinunciò in favore di Massio Fredi ogni dritto sopra le persone e i beni di Berardo di Rainuzio , e di Cola Pulccnsc , ed alle spese erogate nelle cause agitate innanzi al Giustiziere Miuutolo , e nella Gran Corte della Vicaria . Si promise 1' osservanza di tali cose , sotto la pena di mille once d' oro . Non è ben chiaro come in vece di Tuzio , e di Galarduzio de Melatino mentovati nella costituzione de' procuratori , compariscano di poi nella stipola Cicco e Berardo de Melatino . Comunque siasi , si scuopre che il Feudo di Melatino non si era per anco interamente incorporato alle due Comuni : che i rami superstiti degli antichi Dinasti ancor vi possedevano delle quote : e che di un' altra quota con vassalli era Signore Massio Fredi , Cittadino Teramano . È lecito anzi sospettare che i de Melatino , ed il Fredi avessero in Teramo sofliato nel fuoco per accendere la guerra , nel quale sospetto par che ci confermi il breve sunto che Muzj riferisce dell'epilogato Istrumento: Fuit facta trans-actio,, et pax inter Sindicos Terree Campii , et nobilcs viros Tulinm , et Galardutium de Melatilis , Cives Civitatis Terami, super lite et differen-tia , qua; inter eos orta ereit super Montem dictum de Melatino , alias de S. Victoria : quasi che la lite e la pace avessero riguardato solamente quei privati Cittadini .